La corsa cieca
Hanno il motore come un cuore in fiamme,
e la pazienza spenta sotto il cruscotto.
Bruciano il rosso come fosse aria,
convinti che il tempo debba inchinarsi a loro.
Inveiscono contro il cielo,
contro il mondo,
contro chiunque osi esistere
a due metri dal loro paraurti.
Una mano stringe il volante
come fosse un’arma,
l’altra carezza uno schermo
che li ipnotizza più della strada.
Sulle strisce non vedono pedoni,
ma ostacoli da cancellare,
figure da spingere ai margini
della loro corsa cieca.
E quando il semaforo respira
un verde appena nato,
non aspettano il passo del tempo:
il clacson è il loro grido di guerra.
Così guidano,
convinti di essere padroni della strada,
quando in realtà sono solo prigionieri
della propria furia.