La mia tradizione

Banchi di nebbia,
sulla prosperosa pianura nel dì d'inverno,
quando spoglio si presenta ai miei passi,
il tappeto d'oriente.
Cercando quel che ritroverò immutato nel ricordi,
dettagli di un'infanzia, colori di spezie,
ingenuità sulle gote.
Casolare nel vuoto, coi profumi di sapori famigliari.
Riempie il rimpianto, smarrito in quei giorni di festa,
quando piansi per lei.
Tace ancora la stanza di bianco vestita,
apre la porta l'odore d'usato,
quando il mattino era rito di bucato.
Passione nel saziare la lingua, come  il fuoco,
arde la legna nel camino,
traballa luce bagnata dalla neve.
Quel giorno di tanti,
ricordo ancora lacere le gonne,
e tradizione nelle unghie e sui capelli.
Lenta la stagione del ritrovo,
la sedia vuota con trama ed ordito
del suo zelante cucito,
del suo ricordo la tenerezza,
quando, sua bambina mi sorprese,
con un soffio arrivò,
l'addio.