La nostra storia

Dalle nostre ferite talmente profonde Scivoleranno i grovigli della prigionia Per te raccoglierò boccioli nella neve soltanto quelli che non sono nati.   Li staccherò dal ventre della terra, mi metterò nudo e chiuderò le fosse con l’odio che il tuo ardente fiato mi ha insegnato che alimenta i vermi.   Tu sei l’amore che mai ho conosciuto, quello che faremo nel corso più affollato sconcertando prelati e fide pecorelle, perché per lui è colato il nostro sangue;  “dèmoni” barcollanti di saggezza sanno che il lezzo ha due diversi volti.    Da  pendii opposti alla discese sorprenderemo Hermes e Afrodite; tu sei sia luna e sole, uguale cosa: quella che ha rischiarato la mia misera via. Gli dei andranno per noi morire soli, ma la nostra storia siederà con loro.