La pioggia mi parlò

In quel meriggio e fino a tarda sera,
la pioggia mi parlò continuamente.
Abbandonato sul divano ocra,
guardai sui vetri la danza delle gocce
e mi sorpresi d’esserne allietato.

Da lì a poco divenne tutto un busso
quasi che l’acqua volesse entrare in casa.
Doveva forse sussurrarmi altro,
qualcosa che destasse l’indolenza.

Pensai che in fondo non s’è mai soli,
che basta un tuono a stuzzicare il cielo
per assieparsi nelle alcove antiche
pronti ad offrire voli al nuovo sole.

La notte poi fermò l’introspezione
distribuendo stelle a più non posso,
e, sulla scena la luna ingannatrice,
ricaddi sul sofà dei miei silenzi
prigioniero di malinconie nemiche.