La rom

Anonimi jeans e  un maglione senza lana: cover di un  rotocalco senza data che con distacco si riapririrà domani. Tastata da una vecchia con tre lingue col nodoso bastone rigido e inclemente: archetipo di legno delle private verghe. Quante lacrime ambrate versò la Rom col suo alleato zingaro e stanziale: due spaghetti, un sogno, i versi di Eminescu serrano i rasoi e danno alle labbra i polsi. La vecchia la ingabbiò ancor più in fondo vomitando sabbia da una natura morta, rosa  dal modo estremo di provare orgasmi. Prima dell’agonia la Rom venne lasciata: in Romania non va con quel maglione ricucito alla meglio da scampoli d’amore. Un clown di pezza  per il suo alleato può dire molto più di questa storia; “Te iu besc dalla terra al cielo..” “Non si dice cosi , si dice t’amo..” Nascono e vivono di lacrime le stelle che dall’ombre dell’est, al nero d’occidente, ogni calar del sole vengono a nutrirsi.