La valle del Nulla

La porta resta aperta,
ma Lei si è dileguata
dietro un sipario rosso,
e luci spente,
candele sospese e fioche,
odore e versi dell’ultimo peccato
compiuto, scandito, dimenticato,
fedeli andati via,
scesi verso la “Valle del Nulla”
pronunciano il canto del perdono,
le loro mani graffiate,
spezzate, per l’aver tanto bussato,
accecati dal tempo perduto
dal suo abbaglio fosforescente,
da quel trascorrere Infermo,
assordati dal Silenzio udito,
camminando,
percorrendo
il “Sentiero dell’eterno andare”,
divenire,
ognuno con ciò che ha voluto,
desiderato, smarrito,
ognuno con ciò che è stato,
e la notte va,
elevandosi nella commozione,
e gli inferi in rivalsa,
l’urlo nel torpore infetto,
di lacrime
pronte a calar giù
da quella nube Nera