Malarmonia

nelle semine dell’anima
intristite dal gelo a far inverno
sa intravedere grigi e salti di buio
nel tremore attutito di mani
inabili percepire la dolcezza d’un fruscìo
che si schiude tra le dita
incespica in aspre siepi di livore
inseparabile alleato nei taglienti traguardi
rivolti incupire iridi femminee
libere di gioire nei colori del creato
persa nel riflesso concavo d’ombra maligna
sa scolpire grinze approfondite di malarmonia
nell’incarnato che asseconda
la vertigine intinta in cieli neri