Mia pianta divina

Sono giunta a te,
con la brocca
colma delle gocce d'acqua,
cadute una ad una,
dal grande tiglio,
protettore degli sposi,
per lavare i tuoi piedi,
per lavare le tue mani,
così che tu possa accarezzarmi,
senza lasciare segno,
ed io bacerò i tuoi capelli,
nuovamente,
manifestando il pianto,
consapevole,
che tu non mi appartieni,
tu sei ancora avviluppato,
alle bianche nubi,
scevro del mio bisogno,
non riesci a pensare
al mio seno,
come ad un fontana
di languidi ristori,
tu sorreggi il mio volto,
ma contempli in realtà
le musiche della natura,
ed io non sono,
la fiamma di dio,
se non nel tuo abbraccio,
eppure io ti canto,
mettendo radici nella terra,
finchè diverrò anch'io pianta,
sotto al quale troverai ombra,
mangiando le mie foglie,
carne degli umili.