Muoviti e sazia l'attesa

S’arrampicano le vili comparse nel fuggi‐fuggi generale,
da quando il trovatello è cresciuto,
sanno di un uomo che ha fame leonina,
che ha imparato a setacciare gli acquitrini più melmosi
Stai certo che una morsa non li placherà
poiché gli verranno addosso
maledicendo ogni attimo, inasprendo
di concubini retaggi i loro sensi del dovere   Il cuore è l’albero che più di tutti consola,
benché dai suoi rami penzolino i più
fitti egoismi   Oltre le insipienti mura e le stoffe ragguardevoli, il sole  ricama le stesse stagioni di pianti e sorrisi   Ma un solo tulipano nero fiorisce
all’estrema roccia d’ogni fortificazione,
e i suoi petali se non assaggeranno il tuo bagliore,
allora dimoreranno come ferite
sull’anima che andrà scarnificandosi   Tienilo a mente, che vivere non è mai stata una scienza per edotti, né un aneddoto per annoiate signorie, ma è da sempre una cascata di pagine bianche, un’anfora colma d’irrequietezze