Nebbia a Bologna

Ero persa nei pensieri, sola in mezzo a tanta gente
la mia ombra tra la nebbia che oscurava anche la mente
ed il sol parea di ghiaccio ma brillava ugualmente
col suo argenteo miraggio ovattato ed incoerente.
Mi fermai e fui rapita dalla luce impallidita
di quel sole mascherato come luna ermafrodita;
cupo, latteo e selvaggio, una perla tra le dita
che accecò il mio coraggio: chiusi gli occhi infastidita.
Poi d'un tratto all'orizzonte vidi forse una chimera
che s'ergea tra vie e palazzi come spettro della sera;
cupo e grigio baricentro tra la terra e il cielo era
riconobbi in lei la torre ch'è più alta e in ogni impera.
Com'è torbido l'inganno che ti rende un'illusione
ai miei sguardi paventati chiusi dentro a una prigione
dove segrego la rabbia, e la gioia, e la passione,
dove anch'io sono di nebbia, è la mia maledizione.