Un corpo marcito nell'umida terra;
scevro del conforto
di cristiana sepoltura.
Anima ferma
sul primo gradino della scala;
immersa in un bagno di lacrime.
Fissa e inamovibile,
geme in stridor di denti.
La luce misericordiosa
illumina chi è fermo
all'ultimo scalino.
Solare e divina presenza.
Umilii il mio silenzio
e rendi vane le parole.
Non ammetti giustificazioni;
privi me,dannato
di un difensore.
Espropri quel corpo marcito
di un tempo che scade.
24 giugno 2020
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il vero scrittore non e' colui che scrive per cercare consensi e solidarieta',ma chi sbandiera l'inconscio,esprimendo emozioni,per altri inenarrabili e non pretendendo di essere condiviso