Nel passo di chi resta

C’è un istante, appena prima dell’alba,
in cui il cielo trattiene il fiato
e le ombre sembrano ascoltare.
È lì che nasce l’amicizia:
non come un lampo improvviso,
ma come un chiarore lento,
che inizia timido sulle pareti del cuore
e poi, pian piano, si allarga
fino a diventare giorno.

L’amicizia è un giardino senza cancello,
dove si entra senza bussare
e si trova sempre un posto dove sedersi.
A volte fiorisce in silenzio,
fra due sguardi che si riconoscono;
altre volte cresce fra tempeste,
eppure tiene,
perché le radici dei sentimenti veri
non hanno paura del vento.

Ci sono amici che arrivano come pioggia estiva,
rinfrescando ciò che era rimasto arido;
altri come un fuoco che non scotta
ma illumina,
facendo danzare le ombre
finché non fanno più paura.
E tu ti accorgi che ogni passo,
anche il più difficile,
diventa meno duro
quando qualcuno sceglie di camminare con te,
non dietro, non davanti,
ma accanto.

L’amicizia è anche lo spazio dei silenzi:
quelli che non pesano,
quelli che sanno dire più di mille parole,
quelli in cui due anime si comprendono
come se fossero fatte
della stessa musica.
Perché un vero amico non ha bisogno
di spiegarti il mondo:
ti dà una parte del suo,
e insieme lo rendete più grande.

A volte si litiga, è inevitabile.
Il cuore trabocca, l’orgoglio scatta,
la voce si incrina.
Ma l’amicizia vera conosce la via del ritorno,
sa ritrovare il ponte
anche dopo che la rabbia ha provato
a incendiarlo.
E quando ci si riabbraccia,
ci si scopre più forti,
più veri,
più simili a ciò che eravamo destinati a essere.

È un dono raro avere qualcuno
che conosce il suono dei nostri passi:
quelli che corrono,
quelli che esitano,
quelli che tremano.
E rarissimo è trovare
chi resta anche quando il mondo cambia direzione,
quando il cielo si fa pesante,
quando il futuro sembra un corridoio buio
senza finestre né porte.

L’amicizia, però, entra lo stesso,
con una piccola lanterna.
Non illumina tutto,
non fa sparire le ombre,
ma basta quel cerchio di luce
per ricordarti che non sei solo,
che qualcuno vede la tua strada
anche quando tu non la distingui.

Ci sono amici che ti sorprendono
con una risata inattesa,
che arriva come uno schiocco di dita
a spezzare il silenzio;
e amici che ti fanno da specchio,
mostrandoti chi sei davvero
quando tu hai smesso di riconoscerti.
Insieme insegnano
che non serve essere perfetti,
che basta essere presenti,
vivi, sinceri.

E poi c’è quel momento segreto
in cui, senza accorgertene,
il dolore trova un posto dove riposare:
sulle spalle di chi ti ascolta.
Un amico non ti toglie il peso,
ma lo prende un attimo con sé
perché tu possa respirare.
È questo, forse,
il miracolo più grande.

A un certo punto della vita si capisce
che i tesori non sono d’oro
ma di pelle, voce e cuore;
che i luoghi più preziosi
non sono città lontane
ma gli spazi che custodiscono
le nostre confessioni.
E allora guardi le persone accanto a te
e ti accorgi che l’amicizia
è la geografia più sincera
che abbiamo.

Si dice che il tempo cambi tutto.
Non è vero.
Ciò che cambia davvero il tempo
is la presenza di chi resta.
Gli amici trasformano i ricordi in radici
e le speranze in ali,
insegnandoti a volare più in alto
senza mai lasciare la terra.

E quando un giorno ti guardi indietro,
capisci che ogni passo è stato possibile
perché qualcuno credeva in te,
ti sosteneva,
ti chiamava quando ti perdevi,
ti sorrideva quando avevi paura.
Allora tutto diventa più chiaro:
l’amicizia non è un sentimento,
è una casa.
Una casa che non crolla,
che non chiude mai,
che ha mura fatte di fiducia
e tetti costruiti con la speranza.

Per questo, quando trovo un amico,
gli voglio bene come alla luce:
quella che non abbaglia
ma risplende negli angoli più scuri;
quella che non giudica
ma riscalda;
quella che non chiede di essere guardata
per continuare a brillare.

L’amicizia è una poesia che si scrive in due:
con errori, cancellature, miracoli.
Ma ogni verso è la prova
che non siamo fatti per essere soli,
che esistiamo davvero
solo quando qualcuno
condivide la nostra esistenza.

E finché avrò anche un solo amico,
sarò ricco di tutto ciò che conta:
la forza di rialzarmi,
la gioia di ricordare,
la libertà di essere me stesso
senza maschere né scuse.
Perché nulla, niente al mondo,
ha il potere di salvarci
come lo ha un cuore amico
che ci siede accanto
e dice piano:
“Io ci sono.”