Non ditemi niente

In questo buio che fuori non esco,
che pioggia incessante lo governa,
che vento da Nord tutto ghiaccia,
inclusa luna mezza e ardita,

vorrò sognare come da bambino,
nascosto nella trapunta azzurra,
la pelle a spianar la buona lana,
le mani giunte a toccar la gota.

Il fiato, addosso alle lenzuola,
al suo ritorno m’arderà la testa
e per un po’ mi sentirò più vivo
sentendo battiti dimenticati.

Non ditemi niente, per cortesia,
che sono strano o chissà che cosa,
che domani è ancora martedì,
che la città bagnata non si ferma.

Non svegliatemi se sorriderò
a prìncipi dai colori sgargianti,
a fate coi cappelli delle fate,
a giostre che non si fermano mai.

E, soprattutto, state immobili
se arriverò a toccare il mare,
a mescolarlo coi ricordi miei
e a berlo fino ad ubriacarmi.

Vi prego, non fate altro rumore
che non sia il passo della notte,
specie quando incontrerò mia madre
per dirle che non vorrei svegliarmi.





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Anno di stesura 2007
Tratta da “Appena finirà di piovere” (Global Press Italia 06/2010)
Testo pubblicato sul Mensile Il Saggio (01/2009)