Occhi di madre

Tra salvia e margherite
presta le mani all’armonia
atomi appena  
in lenimento all’anca del dolore
si attenua
l’ansia velata del giardino
sembra la sera quando
le sorridono gli occhi
gli occhi presi dai rovi
lignee speranze
di luci chiare sperse dentro.

L’ora solare
fa ghirigori stanchi
ma lei addolcisce il verde
viscerale
ne fa mazzetti
talee d’acqua
e aspetta le radici
incredula
di spingere una vita
di là dal buio
‐non c’è modo migliore
per dire di sé, come
del primo parto sofferto, ma
nel favore del vento.