Ode ai giorni normali

Chi si ricorda dei giorni
che non dicono niente?
Chi si ricorda degli uomini
che riempiono i giorni
che non dicono niente?
Il 1 gennaio apre la fila
di quelli importanti,
il 31 dicembre chiude la serie
degli insignificanti.
Ma senza un 14 agosto
non ci sarebbe Ferragosto,
come una perla precede
l’altra in una collana.
È giusto celebrare
le date che han valore,
le feste comandate e
le patrie ricorrenze,
ma il grosso di una vita
scorre su carrozze di seconda
che fermano a stazioni di paese.
Per conto mio,
basta il cantuccio serale
di un giorno qualunque
a farmi gustare
la grazia di esser vivo,
quando i pensieri vanno
a riposare non so dove
mentre guardo il mio gatto
accomodarsi a confinare
la testa con la coda.