Or ora

Ho provato a guardare fuori
qualche lunghissimo minuto
erano le otto e trenta
e tra i lampioni costernati di silenzio
fiori coltivati, vetri, porte chiuse, pietre
sul salice la luna l’ho vista immensa
col viso degli afflati intatti.
Era la stessa giunta or ora
ho steso un velo su uno squarcio
stavo sulle punte
non c’era bisogno forse
ma sai, sono salita su una scala
con il gradino d’oro
chissà da dove era spuntata.
Ora che leggo echi colgo il senso
poggio la fronte dove sì vorrei 
non sono amara né confusa
ora, sento una canzone
muoversi sull’altura.