Passeggiata notturna

E le stelle
immerse nel tempo
restano in bilico
come in viaggio tra la mente e il cielo. Ogni notte è un’orchestra
mal diretta da un podio traballante
che una voglia d’infinito
appena sfiora. Ma stanotte, se lo vuoi sentire
c’è un vento
fragrante d’immenso
e d’anime in corsa
a sprofondare fra galassie antiche
uragani di stelle
immaginati da un dio. Sempre questa luce
avidamente ho bevuto
vino che mi rincuora
e il corpo sfinito
svanisce
e dolcemente s’eclissa
cristallo di sale
nell’acqua sorgiva
delle distanze e del tempo.

Stanotte, se lo vuoi sentire
c’è un vento
menestrello inascoltato
che porta lontano dalla città
i resti d’una speranza.
Una canzone scritta
su lunghe pagine di quiete.

Dilaga ora il silenzio
nel territorio inquieto dell’eternità
nelle superbe acropoli stellari
nel vuoto immobile della materia inerte
che respira alla luce senza tempo. A volte
nell’armonia incessante dello spazio
m’è parso di scorgere
una fuga di sogni
interminabile. Che s’allontani
e risplenda
nel fuoco sereno di quest’alba.