Poi che a Fortuna, a' mie prieghi inimica,

Poi che a Fortuna, a' mie prieghi inimica,
non piacque, che potea, felice farmi,
né parve dell'umana schiera trarmi,
perché beato alcun non vuol si dica;

colei, Natura in cui tanta fatica
durò per chiaramente dimostrarmi
quella, la qual mortale al veder parmi,
nelle cose terrene non s'intrica;

qual più propria ha potuto il magistero
trar della viva e natural sua forma,
tal ora è qui: sol manca ch'ella anele.

Ma, se colui ch'espresse il volto vero,
mostrassi la virtù che in lei s'informa,
che Fidia, Policleto e Prassitèle?