Possesso di tutto

C’è un filosofo intelligente
che divide la gente
d’avere e di essere.
Chi è non è posseduto da nulla
è un uomo di libertà,
chi molto possiede,
assai spesso non possiede il “sé”.
Una casa, le mura, il calore,
vogliono dire per chi vive di essere
rientrare nel caldo tepore di un nido d’amore.
Le rondini lo costruiscono spesso
assai fragile, ma forte già tanto
d’attenderle ancora
la successiva primavera.
Una casa dove vi sia lo spazio per ascoltare
chi rientra a sera
ed abbracciare con lui
le nostre e le sue delusioni,
la dolcezza o l’amaro del giorno passato.
Condividere aria,
un odore che è proprio
soltanto quello di casa.
Una casa non è lo splendore
da mostrare alla gente.
La ricchezza, magari non vera,
da fare invidiare.
Da invidiare per quello che penso
è soltanto l’amore che si sa donare a chi esce
dalla porta di casa
e vi torna.
Uno sguardo,
un sorriso,
un invito a lasciare fuori di casa,
con la polvere dello stuoino
ogni amaro ricordo
e trovare, fra le mura d’intorno
sollievo e fiducia.