Quattro Cento sedici

La luna e' vassoio rovesciato, scivola il contenuto argento sulla calotta di un'altra sera. Punti e croci, piccole, nere zuffe fra uccelli dalle ali ingombranti . Piumati boomerang bianchi si flettono con un ratto nel becco, il ratto saggia il cielo lontano dalla tana, per altare un ramo , una guglia di roccia. Peloso, ridicolo aerostato , grigia portata senza cottura sollevata tra le stelle, scovata tra le gambe della terra come un pidocchio. La notte e' spiona quando e' complice di morte: non aveva squittito povera bestia. Non un fiato per il gomitolo di fogna ora impalato sul fuso dell'artiglio.