Quelle notti dal cielo
così basso da toccare
le stelle a una a una;
quelle notti a correre
ansanti tra le stoppie
riarse, a piedi nudi:
sentir male ai ginocchi,
alle mani, per subitanea
caduta, poi ridere ancora;
quelle notti a inseguire
cani randagi negli androni
deserti o tra siepi di rovi;
quelle notti a sentire
il canto argentino
delle cicale, cercarle:
fantasmi nascosti nelle cose;
quelle notti d’estate
trascorse a gridare,
ragazzi, nel firmamento
di lucciole erranti…
io le ricordo.
18 febbraio 2007
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