Settembre

Un lieve brivido come un sibilo percorre la schiena,
sono alla finestra,
vedo il riflesso smeraldo delle onde,
odo lo sciabordio,
avverto una goccia minuta sul dorso della mia mano.

Le barche cozzano l'un l'altra,
l'ultimo, timido, raggio cocente illumina il tuo volto.
L'aria inonda le narici, una fresca fragranza riempie l' anima.
Suona strana la ripartenza, in fondo è stimolante.

Il vento ronza tra le funi degli ormeggi
e il cielo si ricopre di nuvole cupe.
Cosa rimarrà di questo sole rovente che s'allontana?
L'anima,
come riascolterà le sabbiose e salmastre storie che fuggono via?
Come rivedrà l'azzurro tenue di quelle oziose giornate?
Cosa rimarrà delle ritmiche sensazioni viscerali della musica che è andata?

Uno specchio distorcente, un fosco caleidoscopio.
Sfumature di colore ambigue, 
tonalità sonore stridenti,
percezioni  contrastanti
ingannano la sensazione di quel che è stato.
Pare che non sia stato affatto, in verità.
Musa ti prego, raccontamelo ancora, aiutami a cacciar l'oblio
ridipingi la mia anima, sii cauta però, rispettane la fragilità.

Il campanello alla porta suona, un tenue sussulto. Ecco, sta arrivando.