Profonde sono le sinapsi della coscienza,
avvinghiate come vitigno all'albero dei perché.
Profonde sono le luci dei come e quando,
intermittenti come la luce al neon di un cinema di periferia.
Profondo è il suono di sillabe in un linguaggio incomprensibile,
il mio.
Profonda è la distanza tra la conoscenza e l'ignoranza,
tra il sapere e il non voler vedere,
tra il passo di un ubriaco e quello di un cieco.
Profondo e leggero,
è il mio passo,
profondo e imperscrutabile...
9 gennaio 2020
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sempre, una parola che non lascia spazi, ma che non esiste, perchè nulla è per sempre, resta spesso invece un sottila gusto di ombre che si infila tra i tuoi spazi di luce, ma che ha bisogno di coprire il sapore di quadri appesi alle pareti che si muovono, ma che non si muoveranno per sempre..