quell’amaro mattino
trovò la solitudine
sul fondo
di una tazza di caffè slavato
e dopo aver annegato nel lavandino
una frase senza parole
e senza punteggiatura
ruppe il silenzio
gridando “vaffanculo” al giorno
il vento
riempì il vuoto
con la cenere dei ricordi
e rubò al tempo
i sospiri più profondi
per vestirli di petali di rose
rose nere
12 marzo 2013
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