SOLITUDINE

quell’amaro mattino
trovò la solitudine
sul fondo
di una tazza di caffè slavato
e dopo aver annegato nel lavandino
una frase senza parole
e senza punteggiatura
ruppe il silenzio
gridando “vaffanculo” al giorno

il vento
riempì il vuoto
con la cenere dei ricordi
e rubò al tempo
i sospiri più profondi
per  vestirli di petali di rose
rose nere