Solitudine

Da solo, seduto su di una panchina, mio dolce compagno di giochi e di avventure, ritrovo. Di poco cambiate le sue sembianze; da una fitta rete di rughe, solcato il suo volto; Disperso nel vuoto il suo sguardo; trema la sua mano che in un nodoso bastone  appoggia. Felice e pur crudele il ritrovarlo; l'ho chiamato! ammiccavano i suoi occhi, ma forse non mi vedevano. Tra le sue mani le mie posi e lui li ha trattenute; ed infine, piano piano, dal suo torpore uscì. Si schiusero le sue labbra; sfolgorante il suo sorriso e con fievole voce così parlò : "Grazie mia cara amica... l'amore per la vita in me hai ridestato".