Stretta nelle crome

Erano note acute

di urla dolci

forse un archetto a pizzicare ardito

su corde emozionate

quanto fragili

o dita affusolate di un artista

a lisciare coralli nell’oceano

Io ero pentagramma

e madreperla

e tu guizzavi tra le righe asciutte

dei miei dolori

linfa di un sorriso

a pennellare chiavi di violino

con i velluti ruvidi e un po’ tristi

di quel dannato blues

ma non bastava

e scivolando in fondo alle mie corde

forgiato ad arte da un liutaio esperto

legno d’acacia

o forse di ciliegio

rimodellasti  i giorni del futuro

curve sinuose

calde di universo

grida di diapason per arginare i forse

e le tue dita a premere languori

e ad  avvolgermi stretta

nelle crome