Ti penso, a volte (Donna 2011)

Ti penso, a volte
e cado nel tappeto
che fu il nostro talamo
Mi prendesti,
mi prendesti seduta sul divano
sciogliendo l’azzurro dei tuoi occhi
nel liquido mio azzurro
Le mani sul mio viso,
le tue mani forti e grandi sul mio viso
come ali di mamma chioccia
sul corpo implume del pulcino
Grandi mani, le sentivo grandi
su di me, come ali
Come ali mi avvolgevi in te
Scendevano le tue mani
sulla curva del collo
disegnavano il mio collo
lo carezzavano
seguendo la linea delle spalle
e poi del seno
con tenerezza, guardandomi negli occhi
con gli occhi ardenti
Guardandomi negli occhi,
prendevi il mio corpo per rubarmi l’anima
e la rubavi
Ed io persa,
con l’anima nei tuoi occhi
che dai tuoi occhi colava nel tuo ventre
e lì restava,
languida mi dissolvevo e scivolavo sul tappeto,
mi dissolvevo
Avevi lo champagne
e due flute nelle tasche
bevemmo lo champagne
dai flute
e poi il tuo lo versasti
sulla linea del mio collo
a da lì lo bevesti
ma non eri ancora sazio
e lo volesti bere dal mio ventre
e poi più giù
dal delta del mio corpo
dalla cava del desiderio
Piano, piano,
piano mi prendevi
mi rapivi, mi prendevi
Mi prendevi fra le braccia
braccia forti, possenti
Mi avvolgevi come cielo di notte
come il cielo avvolge di notte
mari e promontori
Mi portavi all’estasi
e all’estasi andavi
Il mio corpo era tutto una carezza,
le tue mani erano la carezza
Ti penso, a volte ti penso
e cado nel tappeto
che fu il nostro talamo
Mai più, mai più
ci fu tappeto in casa mia.