è così che le orme si danno correnti
alle protrusioni dei giorni
è il viaggiare senza partire
risacca di allitteranti congedi.
ci lascio gli occhi, al balenio di umidi fiotti
è così che ti fermo
dove il mare si assolve dal suo male.
invece no, richiama i polsi
li sottomette al nodo, sospeso sciabordio
da negare la linea dell’aria
gora ponte e pegno, senza finirmi
‐è un atto di libido estrema
tra l’est e l’ovest,
con quanta cura mi sferza
su stasi di ossidiana. quanto, tu
gola gridata mi resti
amaranto di trabocchi, il rullare continuo.
12 giugno 2019
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Tra le nostre debolezze (e la nostra forza) c'è anche quella di pregare.