Un tempo

Un tempo un tramonto era un tramonto, l’affresco sublime 
di una feritoia, che esangue si aggira, unico straniero senza patria.

Un tempo occhi innocenti erano occhi innocenti, ciottoli arresi 
a sentieri d’amore, che vanno alla sera tra sterpi marciti in passi.

Un tempo la solitudine era la solitudine, stonata preghiera nel vuoto 
come terra tra gigli seccati, fuori una bara di mondo ad attenderla.

Un tempo il canto era il canto, violini di vento strappati da ciò 
che macchia al lamento, ogni voce chimera, ogni sguardo rena.

Da Di grazia cronica ‐ elegie sul tempo