Un uomo che ha perso l'asfalto

Sui gradini, potrei tenere un monologo
di quelli con i riflettori puntati addosso e
sette camicie da sudare – ma non importa –
perché tutti ti pendono dalle labbra e
aspettano solo una pausa
‐ la mia pausa – per respirare

Ho provato
a contarli un giorno
che ho perso le dita
dietro un cartone di vino
e inciampavo il fiato nelle caviglie

ma niente da fare
arrivavo a dieci e le vocali
tentavano il suicidio
sulle alzate di marmo
e puntualmente ci riuscivano.

Ed è inutile
‐ irrimediabilmente inutile ‐
tentare di ricorrere al corrimano: finirei
col guardare sotto
e guai a guardare sotto.

Un mio amico c’è rimasto secco,
gli porto ancora fiori ogni domenica.

E non crediate che io sia pazzo!
in quel caso indosserei una
camicia bianca doppiogiro
di lacci sul petto

Sono solo uno che ha perso l’asfalto
ed è soltanto un caso
che non sia stato per strada.