Un uomo e un usignolo

Uomo che rifletti sulla politica attuale,
al buio e nella illuminata stanza,
chi ti fa preoccupare? La politica virtuale,
magone antico, o tua fievole speranza? Sono grato d’averlo conosciuto
anche lui è più solo e a testa china
preoccupato, triste, dispiaciuto,
con Piazza San Lorenzo in Lucina. Non faccio il suo nome e senza inganni
non ha bisogno di essere nominato,
tutti sanno chi è, e tutti quegli anni,
che è stato ingiustamente accusato. Sento ancora nella mano la sua stretta
per combattere cuori sempre concessi al male.
Sento ancora animi commossi, su una via retta,
del Dottor Colosimo e Cavaliere Rossi, è fenomenale. Ricordi i luoghi ove un giorno
eri l’ospite, l’ospite del sindacato.
Volevi vedere mondo migliore e non disadorno
ogni giorno era avvolto da raggio incantato. Ancora oggi nel suo gracile corpo provato
la sua mente è un raggio di saggezza
il più bello, imperituro, come liberato
e per le menti il più sonoro di concretezza. Un usignolo perduto nell’aurora
guarda palazzo Chigi e come oggi è vuoto,
mentre un filo di fumo qua e là vapora
poi lui passa e comincia un canto nel vuoto. Mentre adesso la politica di anno in anno
va per la sua cieca corsa sprovveduta
Ci rodiamo e in cuore dimora l’affanno
Il sogno, la speranza di giustizia, forse perduta.