Un Valzer Matto

Era solo un gioco.
Un gioco di seduzione intrigante e silenzioso.
Un passo qui, uno sguardo li, labbra che si schiudono, palpebre che si chiudono.
Un valzer matto di passione e crudeltà; languido, soffocante.

Una mano, un altro ballo, un tacco, una cravatta,
un letto in sottofondo ed ombre come sfondo.
Parole che vengono scritte con le forme;
una musica rimbalza sulle cosce e sul petto.
S'illuminano gli occhi verdi, si tingono i baffi spenti. 
Danzano, quei due, in uno scenario idilliaco;
presi in una stanza chiusa al quinto piano dove,
sotto voce,
si amano;
sotto voce si giocano. Sotto voce.

Il primo che si fa scoprire, perde la posta.
Il primo che si fa luce, perde l'ombra.
Il primo che si allontana, si smarrisce.

Era solo un gioco di seduzione.
In realtà non si sono nemmeno mai amati, quei due.
Era un prendersi e lasciarsi come in una danza.
Una presa, una stretta, un tacco che parte, una cravatta che chiude.

Nessuna voce, nessun lamento, nessun giudice di gioco.
Solo quei due, uniti e distanti per il resto dei loro giorni.