Scivolar sento l’ore
come una cascata;
rupe, son io
ch’agevolo il pendio
soggiogato dal tempo
e dal levigar dell’acqua.
Privo, l’esule mio cuor
cerca il vagar
della vita
sotto la coltre dell’immenso
sogno d’una stella,
tal che l’evolversi
non m’è strano
ed il sentir l’evento
m’è attesa che consuma.
Il gorgoglio delle sfere
mi lavano
e mi preparano per l’oblio
e ad aprir lo sguardo
nell’arco dell’eterno.
Catania 5/11/05
23 dicembre 2005
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Non è la notte che ci fa conoscere le tenebre ma è la luce che ci fa comprendere cosa siano le tenebre.