Vagheggio

Scivolar sento l’ore come una cascata; rupe, son io ch’agevolo il pendio soggiogato dal tempo e dal levigar dell’acqua. Privo, l’esule mio cuor cerca il vagar della vita sotto la coltre dell’immenso sogno d’una stella, tal  che l’evolversi non m’è strano ed il sentir l’evento m’è attesa che consuma. Il gorgoglio delle sfere mi lavano e mi preparano per l’oblio e ad aprir lo sguardo nell’arco dell’eterno. Catania 5/11/05