Seduto se ne sta
un vecchio alpino
chino sui ricordi
sfilati dal cappello.
Sfiora quella penna
con tremore stanco
e sugli annacquati occhi
un lacrimare lento.
Tende l’orecchio
al vento ormai straniero
gelido nel morso ad artigliare il cuore.
Solo tormenti e pianti
ode il vecchio alpino.
Amici mai traditi
che ancor gli tendono la mano
lassù sperduti come piume al vento
le loro penne mozze
a perenne giuramento.
Da "Nel migrar dei giorni" edito 2000
6 settembre 2017
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