Vago lieto, vita errabonda,
il prato mi spiana la strada
e sonnolento mi aggiro
per spazi ampi e immensi,
la natura inneggia
a grande eternità.
Grande l’amor mi si para
in un mar d’eterno errar.
Ghiaccio non mi sfinisce
l’eterno vigor spensierato.
Murmure tremendo
non mi annienta,
l’ampia rimossa strada,
senza fren, m’ispira.
(11/3/1995)
Da Emanuele Marcuccio, Per una strada, SBC Edizioni, 2009.
4 ottobre 2011
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Il poeta non è mai mero cronista di ciò che attentamente osserva, non è mai impersonale messaggero, bensì è interprete soggettivo che ri-crea, trasforma, trasfigura sogni, storie, emozioni.
Emanuele Marcuccio, Pensieri Minimi e Massime, Photocity, 2012, n. 68, p. 20.