Vorrei affondare le mie unghie negli occhi di Dio

Vorrei affondare le mie unghie
negli occhi di Dio
per tutte le bestemmie che non ho mai detto   vorrei uscire indenne da via delle Lodole
dove la luce stringe la breve scalinata
che beve gli aliti di vento incanalati   vorrei portarti via le chiavi di casa
di queste mura basse fatte di nulla
dove solo i ragni piangono la polvere   vorrei chiudere gli occhi
e affondare le mie unghie nella pupilla di Dio
per ogni bestemmia scaraventata al suolo   prima che i corvi assaltassero il grano
prima che le campane fingessero rintocchi
prima di adesso che non è prima e non è dopo   Oggi non posso offrire il seno fecondo
e vesto di vuoto il mio sangue mestruale
spostando piatti e bicchieri da un posto all'altro.   Chiudo la porta e getto via la chiave
raccolgo solo due schizzi di colore
tra le pietre crude della scalinata   Mi accorgo che posso ancora sorridere
per aver strappato vita dai mattoni
Mi accorgo che non ho lasciato nulla   solo lacrime di ragno alle pareti
uno sgabello bianco pieno d'imbarazzo
e linee sottili di pioggia sul davanzale.