Amiche per la pelle

"Io lo lascio!" affermò Claudia con uno sbotto degno della più satura delle persone, e con l'amica Giorgia s'incamminarono per la via di una grigia cittadina del nord col vento freddo che le squamava il viso coperto dalle lacrime. Arrivate a casa (abitavano attigue) le due amiche si salutarono e Claudia rientrò nella sua abitazione. Lì c'era Marco che l'aspettava alterato come sempre: "Dove sei stata fino adesso!" gridò. "Sei stata con lui?". Lei abbassò lo sguardo sommesso e rispose: "Sono stata con Giorgia, se non mi credi chiediglielo" quindi attraversò il corridoio e si stese sul letto in camera. "Mamma, mamma, Luca mi ha fatto male!" disse Angelica arrivando col volto arrossato, "Mi ha dato uno schiaffo!". Angelica era una bambina di 6 anni che aveva problemi cardiaci fin dalla nascita e Luca, il fratello di 5 anni era il frutto delle ansie di due genitori che comprensibilmente per paura di veder perdere il frutto del loro amore, avevano pensato di far nascere a compensare almeno in parte un eventuale affranto. Una specie di premio di consolazione. Claudia senza parlare e con gli occhi arrossati la strinse a se e l'accarezzò col cuore in gola.
Il mattino seguente Marco partì per lavoro. Doveva restare fuori una settimana a causa di una trasferta. Prima di partire andò però a bussare alla porta di Giorgia ed entrò. Dopo dieci minuti uscì e se ne andò a lavorare. Giorgia poco dopo uscì anche lei e raggiunse Claudia in giardino che nel frattempo era scesa a pulire il vialetto. "Come va?" le chiese e lei rispose che Marco era via una settimana quindi per un poco avrebbe potuto respirare.
L'amica rientrò a casa con una scusa ma sembrava turbata da qualcosa, questo però Claudia non lo intuì. Ebbene sì! Giorgia era l'amante di suo marito, del marito della sua migliore amica. Nessuno però sospettava minimamente nulla anche perché era risaputo da tanti che proprio Claudia ebbe uno sbandamento per un altro dopo otto anni di matrimonio "normale" a detta della gente. Fatto però tesoro di tale esperienza raggiunse la consapevolezza che lo sbando avuto era non altro che la voglia di evadere parzialmente dalle paure e ossessioni rivolte a questa bambina che la sorte aveva anticipatamente segnato, una cardiopatia congenita di quelle che lasciano poche speranze di vedere crescere e rendersi indipendenti i propri figli. Consapevolezza tra l'altro di aver compromesso il matrimonio con Marco per questi motivi.
La sera Giorgia, che viveva da sola, si mise a guardare un film in tivù ma non capì una sola battuta tanto era intenta a come spiegare alla sua migliore amica di come si era innamorata di suo marito e allo stesso tempo si trovava tra due fuochi: l'amore per lui e un altro tanto intenso quanto grande sentimento: l'amicizia vera e profonda volta a lei. Il giorno dopo squillò il telefono di Giorgia, era Claudia che le chiedeva di fare un giro ad un centro commerciale visto che i bimbi erano all'asilo ed avrebbero così trascorso una spensierata mattina. Arrivate alle "Capanne" scelsero un bar nel centro di quel colosso e si sedettero davanti una tazza di caffè al ginseng. Le due cominciarono a chiacchierare del più del meno quando Giorgia disse: "Claudia, come va con Marco? Con Rino ti sei più rivista?". Claudia rispose: "Dai, non me lo domandare più. Sai che ho chiuso quasi subito appena Marco l'ha saputo". Giorgia abbassò la visiera del berretto che da buona sportiva portava sempre e sussurrò: "Sai tempo fa parlai con Marco di quanto vi era accaduto e mi disse che lui era innamoratissimo di te ma la paura di perdere Angelica unita alla delusione che gli avevi procurato, l'ha distrutto psicologicamente. Lui aveva una grande forza per resistere alle sue paure, eri tu!".
Claudia cercò di restar composta ma non ce la fece e scoppiò in lacrime esclamando: "Mi dici cose che già so. Anch'io sai però avevo e ho ancora tanta paura, paura di non farcela a dover mandar giù un simile dolore. Angelica è tutto per me, se venisse a mancare verrebbe a mancare tutto quello in cui io ho riposto la mia vita". Giorgia con un nodo alla gola prese la mano all'amica: "Vedi Claudia, se invece di Angelica, prima ancora nascesse, ti fosse venuto a mancare Marco? O se fosse venuto a mancare Luca? Sarebbe stato un dolore minore?". "NO!" rispose Claudia"ma è una cosa diversa". "Non lo è poi tanto credimi, solo che ora sei concentrata sulla rabbia che Marco ha verso te e tu verso lui, ma non ti rendi conto che egli ti era vicino nella gioia e nel dolore, come ti disse in giuramento a suo tempo e non ti rendi conto di quanto lui sia meraviglioso". Detto questo si mise a piangere. Claudia la prese per mano e guardandola dritta negli occhi mormorò: "Giorgia, anche tu sei meravigliosa e meraviglioso è quanto mi hai appena detto. Da buona amica non solo stai cercando di aprirmi gli occhi, ma hai pure a cuore ciò che ci sta capitando. Non piangere per noi, ci hai già dato abbastanza". Giorgia si alzò di scatto come una molla e gridò: "NO! Così non può andare, tu non puoi farmi sentire una merda, anzi no, tu non mi fai sentire una merda, lo sono già! Sono una merda di amica che sta qui a consolarti mentre come uno sciacallo mangio del tuo cibo". Dopo un attimo di silenzio, Claudia attonita chiese: "Ma che succede? Cosa vuol dire ciò?". "Vuol dire che io e Marco siamo amanti!". Claudia con un balzo collerico si alzò a sua volta e corse via inseguita dall'amica mentre il barista gridava che c'erano ancora i caffè da pagare. Giorgia esitò un attimo ma dopo un sonoro quanto sbrigativo "Fanculo i caffè!" rincorse Claudia e raggiuntala l'afferrò per un braccio. Strattonandola le gridò: "E no mia cara, ora tu mi stai a sentire!". Capito che a questo punto le spiegazioni erano dovute, le due tornarono nuovamente al bar e si risedettero dopo aver pagato i precedenti caffè. "Senti Claudia. . . tu e tuo marito eravate in crisi e io ero vostra amica da sempre. Nel momento di maggior sconforto di Marco lui si è confidato con me come avete sempre fatto entrambi e poi ha pianto, pianto e ancora pianto. Ha pianto per mesi ogni volta che ci vedevamo. Abbiamo parlato tanto in questo tempo e pian piano ci siamo sentiti legati da modi di pensare e visioni della vita che avevamo in comune. Passato il momento, diciamo d'innamoramento, ci siamo resi conto però della realtà. Lui sa benissimo di quanto tu l'ami, non riesce però a capacitarsi di come tu abbia potuto tradirlo così nel momento di maggior bisogno per lui". Claudia in controbattuta: "Io non l'ho tradito, almeno mentalmente, ho solo sbagliato e di questo me ne pentirò a vita". "Lo so"disse a sua volta Giorgia, "Solo che lui si aspetterebbe da te un semplice ti amo. Rivuole il suo posto che sente usurpato. Non potete andare avanti a muri contro muri. Rinunciate a litigare entrambi e da parte mia rinuncerò anch'io a Marco. Appena torna lo mollo io! Non tu!". Calmatesi le acque tra le due amiche, esse si incamminarono nuovamente verso casa.
Passò la settimana che Marco era stato assente e quando questi tornò a casa, nuovamente senza farsi vedere da nessuno, bussò prima alla porta di Giorgia che lo accolse in casa. Dopo una mezz'ora rientrò a casa propria con lo sguardo assente.
Entrato Claudia l'aspettava a braccia aperte e di sorpresa come mai aveva fatto lo baciò, l'accarezzò e se lo strinse forte. In mezzo a mille sospiri Marco si sciolse e forti che i figli erano dai nonni, i due si spogliarono e fecero l'amore come da troppo tempo non facevano.
Passarono giorni e giorni di finalmente serena quotidianità e un pomeriggio Marco tornò anticipatamente a casa. Erano in cucina a bersi un caffè quando d'un tratto sentirono un boato assordante. I vetri dallo spostamento d'aria da un lato della casa andarono in frantumi, dal lato della casa di Giorgia. Corsero entrambi fuori e videro uno spettacolo allucinante: la casa di Giorgia sventrata da un lato, il lato della cucina. "Giorgiaaa!" gridarono con tutto il fiato in gola. Arrivarono i soccorsi e la polizia, rovistando tra quello che restava della casa, trovarono l'amica esanime tra le macerie. Da rilievi fatti conclusero che era stata una fuga di gas a far ciò. Marco e Claudia impietriti si guardarono negli occhi. Un dubbio li assaliva. . . incidente o suicidio? Con terrore se lo chiesero mentalmente, all'unisono senza mai però accennare una parola a tal dilemma. Tre giorni dopo si svolse il funerale di Giorgia , Marco e Claudia abbracciati davanti alla fossa che la stava inghiottendo gettarono un fiore nel terriccio che gli addetti stavano buttando sulla cassa. Marco guardò Claudia e le disse col batticuore: "Vedi, tanto presi eravamo dalle nostre paure di perdere le persone care, che non riuscivamo a vedere quelle degli altri che ci volevano bene e non volevano perderci a loro volta". Sempre abbracciati a capo chino s'avviarono verso i loro figli al che Marco aggiunse: "Prima o dopo se ne andranno anche loro ma per ora, fortuna e bontà divina, li abbiamo ancora".