La lotta

Leggera, astratta, impalpabile la morte accarezza ogni giorno l'ego. Rapina i pensieri, frantuma i desideri, azzera futuro e cancella lo ieri. Le tenebre che con sé porta accecano speranze ed accendono una nera rassegnazione che fa precipitare in un pozzo in cui si spera arrivi quanto prima il fondo. Quivi arrivati il tempo è fermo e ci si chiede in quanti brandelli agonizzanti lasci il tuo io prima di stapparti l'ultimo lembo di vita in te rimasto, prima di spezzare l'ultimo filo legato a questa vita terrena. Non si vede altra soluzione  che aggrapparsi a lei ma l'ultimo esile, compromesso istinto alla sopravvivenza, fa sperare che non sia scelta propria ma fatal destino. Nero è la somma di tutti i colori della vita che, passando così velocemente sotto gli occhi, assumono lo stesso colore delle tenebre e da esse non si distinguono più; l'unica gamma cromatica visibile agli occhi confusi che non delimitano più i contorni della vita stessa. Così facendo pian piano... ti spegni!
Reagisci con forza, forza che non hai. Ti rendi conto che sei esausto. Insisti in qualcosa che non comprendi ma comprendi che a volte non capire ma agire comunque è l'unica cosa da fare e continui a costruire non sai neanche tu cosa nella speranza che nella miriade di inutilità qualcosa torni utile.Vorresti fare grandi cose e sei convinto che se solo trovassi il modo le faresti ma non ci riesci. Cerchi disperatamente d'aprire la mente, la forzi all'inverosimile per capire qualcosa che probabilmente non è da capire. Combatti un nemico nascosto che non vedi costruendoti una corazza che diventa impenetrabile a tutto ma non a lei: la morte. Essa penetra le tue difese aprendo in loro uno squarcio che lascia passare anche le problematiche che pensavi sconfitte. Il pensiero a lei avanza inesorabilmente e pure quando credi non ti tocchi non puoi negare che sta comunque, imperterrita, avanzando nella tua direzione, nella direzione di tutti. Totalmente insoddisfatto cerchi  inutilmente qualcosa da fare che ti dia un orgasmo mentale a colmare tale affranto ma desisti subito. Allora cominciano i rimpianti di non aver saputo fare, dire, allocare le giuste cose nei giusti tempi, nei giusti luoghi. All'improvviso ciò che hai costruito si rivela ai tuoi occhi inutile e privo di senso: perché costruire tanto per poi dover lasciare tutto a lei? Rabbia e impotenza sfociano in te devastando sensi e togliendo scopo di vita. Ti dimeni dentro, ti agiti come non mai e pian piano... ti smorzi! Sforzi sovraumani ti danno ancora movimenti ormai riflessi e un attimo prima di dover oramai inevitabilmente abbandonare t'accorgi che questa lotta primordiale di sopravvivenza era ed è l'unica vera ragione di vita... purtroppo adesso è tardi!