Controvento

Le tradizioni sono difficili da sradicare soprattutto da parte dei nati nei paesi islamici. Rania ed Amani erano due sorelle venute al mondo a Ryad in Arabia Saudita, da piccoline erano emigrate con la famiglia a Londra. A diciotto anni avevano conseguito il diploma di ballerine con attestato della Academy of Dance, il loro genitore, Antara era impiegato presso la locale ambasciata. Anche Malaak era figlio di immigrati sauditi, il padre Akram svolgeva le mansioni di capo meccanico presso un’officina della Rolls Royce marca di auto molto di moda nei ricchi paesi arabi. Gli immigrati avevano perso le abitudini restrittive in fatto di rapporti fra i due sessi tipiche del loro paese di origine, Malaak aveva malvolentieri seguito il mestiere del padre ma la sera andava a scuola di danza. Al suo paese sarebbe stato classificato omosessuale (quello che in verità lui era) con la possibilità di severissime punizioni sino alla pena di morte. Per avere un qualcosa di mascolino si era fatto crescere barba e baffi ma in lui c’era sempre qualcosa di femmineo. Altro coetaneo era Nadir i cui genitori si erano trasferiti illo tempore a Roma quali esportatori di prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio. Nadir era stato assunto quale attaché di ambasciata saudita a Roma in via Delle Belle Arti. Era simpatico di natura, aveva presto imparato l’italiano e pian piano le altre lingue, affiancava ad una’intelligenza superiore alla media una furbizia ed una memoria eccezionale, un neo Pico della Mirandola. Queste sue qualità l’avevano portato ad essere conosciuto nei migliori circoli di Roma anche per le ‘amicizie’ che aveva allacciato con le milf di varie nazionalità con cui aveva stretto ‘amicizia’, in tal modo era riuscito a fare conoscenze anche importanti. I soliti invidiosi l’avevano classificato faccendiere, maneggione e traffichino fatto sta che Nadir riusciva quasi sempre a conseguire i risultati che si prefiggeva. Rania ed Amani ad una festa all’ambasciata saudita avevano conosciuto Nadir, prendendo confidenza gli avevano manifestato il loro desiderio di poter dirigere una loro scuola di danza. Dopo breve ‘mente locale’ Nadir aveva scovato nei meandri dei suoi memento una vecchia scuola di ballo situata vicino al Colosseo ‘Centro Danza Del Poggio’’ la cui titolare aveva manifestato di ritirarsi in pensione data la sua tarda età. Come compenso Nadir pensò alla ‘compagnia’ delle due sorelle, era un po’ stanco delle Milf che lo coprivano d’oro, desiderava ‘merce’ più fresca! Il sabato pomeriggio successivo il trio varcò la soglia della scuola, venne loro incontro la signora Mimma che pensava fossero allievi che desideravano prendere lezioni. Saputo il vero motivo della loro venuta divenne pensierosa poi: “È un po’ di tempo che pensavo di abbandonare il mio lavoro, sono diventata nonna, desidero godermi i miei nipotini, sarebbe un piacere lasciare la mia attività a due ragazze così belle e giovani.” Amani e Rania furono fortunate nel senso che Nadir, facendo appello alle sue conoscenze femminili racimolò la somma necessaria per pagare la signora Del Poggio. Ci vollero altri Euro per sistemare tutto il locale ed anche il piccolo appartamento sovrastante dove Amani e Rania andarono ad abitare, Nadir ancora una volta fece la parte dello zio Paperone. Altri Euro in cassa con l’arrivo di Malaak che, ottenuti dal padre il nulla osta per espatriare e del denaro in contanti si aggregò alle due paesane. All’’inaugurazione molte persone della Roma bene, c’era della curiosità per quella scuola diretta da tre sauditi. Malaak ebbe un successo personale, c’erano alcuni signori che lo apprezzarono per la sua ‘particolarità’. Dopo tante fatiche inaugurazione anche dell’appartamento della casa dove si erano sistemati Amani e Rania in una camera e Maalak in un’altra da solo, l’ultima era a disposizione di Nadir che alcune volte ‘ospitava’ le amiche. Tutto procedeva in maniera normale, la scuola reclutava sempre nuovi studenti. Con una Mercedes Cabrio avuta in prestito a Nadir dall’amica di turno i quattro andarono a cena nel locale ‘Demoiselle Joseph’ dove conobbero il proprietario a cui era intestato il locale. Il giovane da subito intrecciò un liaison con Malaak, erano della stessa sponda. Poco dopo venne al loro tavolo un signore di una certa età, elegante sguardo da ‘tombeur de femme’: “Sono Armand il padre di Joseph, vedo che mio figlio è occupato a parlare con un vostro commensale scegliete voi il menu a meno che non mi lasciate a me libertà di decisione. Nadir: “Ci fidiamo di lei, se possibile tutto a base di pesce.” “Le poison è la mia specialità!” L’unico a ridere fu Nadir. Armand: “Vedo che il signore conosce la lingua francese, non abbia paura, la mia era solo una battuta, niente veleno.” Amani aveva squadrato bene Armand, lo trovava interessante e: “Aietaqadat ‘ana almathliayn ladayhim aydana abá mithliay.” La frase fu compresa sia da Rania che da Nadir: “È una teoria del nostro paese, non risulta che gli omo siano solo figli di omosessuali, vedo che stai guardando con interesse il signor Armand!” Amani divenne rossa in viso, decise di rifugiarsi nella toilette seguita da Rania. “Siamo in Italia, dimentica le nostre usanze, effettivamente Armand è un bell’uomo, ci scommetti che porterà il pesce migliore a te?” La profezia di Rania si avverò, un cameriere seguito da Armand depositò un piatto ovale dinanzi al posto di Amani con una aragosta gigante tagliata a metà. “Spero non sia allergica ai crostacei altrimenti cambio pesce.” Ti pareva che non interveniva Nadir: “Tutto a posto signor Armand, Amani apprezza il suo pesce!” La battuta era troppo evidente, la saudita divenne di nuovo rossa in viso, fu salvata da Nadir: “Per tutto il giorno mi prenoto la compagnia di Amani, concorrenti girate al largo, ed ora buon appetito, il mio pesce si muove ancora!” Nessun commento…I sauditi avevano imparato ad apprezzare il vino, un cameriere portò a tavola una bottiglia di ‘Soave’ dentro un contenitore con ghiaccio, la bottiglia vide quasi subito il fondo sostituita da un’altra gemella, allegria! Armand si era riunito alla combriccola sedendo vicino ad Amani: “Signori la cena è un mio omaggio, io e mio figlio abbiamo in progetto di passare un mese di vacanza a Fregene dove abbiamo una villa con piscina, è una costruzione circondata da alte siepi, nessuno ci disturberà, siete tutti invitati. Davanti alla vostra Mercedes la mia Pegueot si vergognerà un po’ ma ci sono affezionato, ce’ho da dieci anni.” L’auto britannica era stata concessa in prestito a Nadir da una dama inglese. La camere da letto erano già sistemate per accogliere gli ospiti. Senza nessun accordo Nadir andò in camera con Rania, Armand con Amani, Joseph con Malaak ma di dormire non se ne parlava proprio, conclusione tutti a letto sino alle undici del giorno successivo quando si incontrarono nella sala da pranzo. Uno di loro di buona volontà stava preparando caffè e cappuccini con dolci trovati nel buffet, nessuno aveva voglia di parlare, pian piano emigrarono vicino alla piscina, sbracati sulle sedie a sdraio, le signorine con costume intero furono oggetto degli strali di Nadir: “Vi manca solo lo scafandro, più tardi andremo in paese ad acquistare dei costumi mini mini!” La presenza dei tre arabi non suscitò la curiosità dei bagnanti, quasi nessuno era di Fregene, la maggior parte aveva in quella località la seconda casa. Sorse il problema per i tre arabi di essere autorizzati ad usufruire di una vacanza di un mese, non avevano pensato che a Roma ad agosto ci rimangono solo i ‘poracci’ che non hanno i soldi per andare in ferie. Nadir andò all’ambasciata ed ottenne il chiesto permesso per assentarsi per un mese, la Mecedes rigorosamente fuori dell’edificio, Amani e Rania incaricarono la portiera dello stabile di avvisare la clientela della chiusura de locale sino al 3 settembre ovviamente dietro compenso di una bella mancia. Al ritorno allegria da parte del guidatore Nadir che non si riposava mai dalle battute di cattivo gusto. Anani aveva avuto la non buona idea di sedersi vicino a lui: “Cara ti vedo male, forse la topina stanotte ha sofferto troppo, mi sembra che il nonnetto sia ancora in gamba.” Un silenzio di ghiaccio sino all’arrivo in villa, quando è troppo è troppo! I cinque dietro suggerimento di Armand scelsero un trattoria familiare rispetto ai ristoranti famosi pieni di gente rumorosa e piena di boria. Al loro ingresso si avvicinò un tale con grembiule davanti, forse era il padrone che fungeva anche da cuoco. “Signori sò Silvestro, niente menù, pranzo a prezzo fisso, se non vi va bene…” Nessuno ebbe obiezioni, all’orecchio Nadir aveva chiesto scusa ad Amani la quale lo abbracciò. “Armand stasera ti vedo col mal di testa!” Ti pareva che Nadir si faceva scappare l’opportunità di una battuta poco opportuna. La sera cena al sacco intorno alla piscina al lume dei lampioni, aveva ragione Armand, le alte siepi impedivano ai curiosi di invadere la loro intimità. La mattina successiva ‘vestizione’ delle due sorelle, trovato in negozio con in vetrina dei costumi da bagno i sei entrarono, le femminucce scelsero dei costumi ma quando si presentarono fuori della cabina di prova: “Allora non avete capito, i costumi che avete scelto li usano le monache italiane di clausura, venite con me, li scelgo io!” Favolosi, colorati più dei pappagalli brasiliani ma mini, mini tanto da mostrare il vello dei fiorellini. “Stasera barba per tutte e due!” Non c’era nulla da fare sulle battute di Nadir d’altronde era lui che teneva su il morale della compagnia anche se con battute un po’ volgari. La mattina successiva l’attaché ne pensò una delle sue, si ‘stinnicchiò’ su una sdraio, si tolse il costume coprendo le pubende con un asciugamano, fece finta di dormire sino all’arrivo di Amani e di Rania che si gettarono in piscina anche perché ancora poco convinte del bichini acquistati. Uscendo dall’acqua Amani, non avendo con sé un asciugamano pensò bene di usufruire di quello con cui Nadir si era coperto. Alla vista dei gioielli del giovane la ragazza ebbe una reazione particolare, si spogliò nuda suscitando l’ilarità di Nadir che: “Finalmente…” Ormai il ghiaccio era rotto, Anche Rania seguì l’esempio della sorella. Quando giunsero i tre maschietti, dopo un attimo di esitazione tutti in costume adamitico, Joseph non faceva una bella figura, ce l’aveva proprio mini ma nessuno fece commenti, unicuique suum…