Dissolvere

Costruiamo emozioni come friggitrici pentole a pressione pentolini per l'acqua calda, utili per cucinare cuore, cervello, frattaglie intime di pensieri.
Tutti pezzi morti, senza una vitamina, un principio attivo salutare, tristemente acidi: una catasta traballante di cellule animali, tenuta insieme da una matrice labile di commozione.
Additivo segreto, aggregante che da peso e plasticità, forma e volume, profondità e spessore, è la memoria. Memoria che è esperienza e storia. La nostra storia.
A vederci da fuori, sembriamo consistenti, i nostri pugni fanno male (impatto tra due strutture solide) ma senza il ricordo saremmo liquidi e informi. Scivoleremmo via da ogni superficie di sogno o di realtà, inclinata dal vento o dalla marea.
Colla miracolosa come quella dei post‐it, la memoria : può essere riusata, non si lava via con nessun liquido elementare, è labile e non definitiva, però tenace. Non sporca, non si vede. Attacca/Stacca.
E questa meraviglia si forma dentro di noi, nei momenti più intensi. All'acme del sentire, quasi sempre senza volontà, quando si sente anche con gli occhi le mani la lingua e le ciglia delle cellule olfattive, e si producono segni e cicatrici.
Basta un attimo per creare quel milligrammo di memoria che incollerà tenacemente il magma informe che siamo.
Poi un giorno fai più fatica del solito ad arrampicarti nella tua giornata, ti senti all'improvviso troppo sciolta, ed una finestra si apre sul mondo, che è sempre uguale, ma a te pare di non conoscerlo. Fai fatica, strizzi gli occhi, deglutisci cercando il tuo abituale contegno.
Senti che sfuggi e scivoli: il tuo passo si è fatto incerto per mancanza di attrito.
Cerchi strade solo in piano, e procedi ignorandoti. Ancora sorridi, persino. Poi le tue cose cominciano a galleggiare tra il tavolo ed il comò, e tu giochi con loro.
Sorridi ancora di te. Provi a contenere l' essenza liquida che sei, che non ha più forma nelle tue braccia, né forza né prensione, e ogni tanto ti sporca i polsi della camicia.
Sfugge il mondo a te o tu al mondo ?
Ti sembra reale solo il tuo fegato malconcio, la vescica che duole e perde, i piedi sempre più grandi e le orecchie mute a Chopin (che ti piaceva tanto).
I neuromediatori) si muovono come banditori all'incanto al miglior offerente, e non c'è più emozione che valga la pena di essere comprata, che valga la pena di un'agguerrita asta contro un avversario muto, certo più voglioso di te.
Con il tempo hai imparato a sfuggire i palpiti, il sangue, il pianto.
E poi anche il riso è svanito. Pallidi accenni solo delle labbra, se vedi uno dei tuoi figli ed un ricordo lieve torna, di quando gli prendevi la manina per attraversare la vita. All'improvviso pronunci il tuo nome, Mirella Emma Maria, come a chiamarti all'appello o dichiarare che ancora sai chi sei. Ma senza emozione, come se leggessi dall'elenco telefonico.
Mi aspetto quasi che tu dica la via ed il numero, meccanicamente.
Ti guardo e so che una mattina, o una notte, troverò nel tuo letto solo un liquido, un magma informe dove nuotano i tuoi organi, acidi e senza vita, e farò fatica a dargli ancora la forma della madre che sei stata.