Diversamente cane

Tu eri un cane diverso. Forse mi scegliesti per l'ombra breve riflessa dal mio scheletro, adatta alla tua forma e al tuo passo. Lanciarti un bastone era inutile, non ne riportasti mai indietro uno, schivavi il mare ma non le spiagge, specie quelle di roccia, a volte parevi una capra nel tuo arrampicarti. Nata libera, ti inventavi battaglie ogni giorno per voler affermare la tua superiorità, mi guardavi sempre fissa negli occhi senza abbassare mai lo sguardo, poi d'incanto, come fa il mare, ti placavi e tornavi la bambina che di tutto ha bisogno. L'estate è la stagione nella quale più manchi, la potatura ti faceva apparire più esile, cucciola indifesa e bisognosa di cure e attenzioni, ma bastava una scintilla di coda di lucertola per farti spiccare il volo. La mia incapacità a gestirmi da solo mi rendeva dipendente da ogni tuo gesto, da ogni tua empatica richiesta, guardavamo per ore il mare, quel mare che io amavo e che tu non capivi. Abbiamo vissuto reciprocamente coinvolti nei pensieri l'uno dell'altra, un uomo e un cane, indistinguibili, separati da un respiro andato a male sul quale ogni giorno ritorno, come fa il cane quando non ritorna più il padrone. Perché scegliesti me? Non avevi bisogno di nessuno.