Due brasiliane a roma

Per Isabel Bragaglia e Larissa Ceccarelli il Brasile terra di emigrazione dei loro nonni non aveva alcuna attrattiva abituate come erano state presso il College International di Roma sino al compimento del diciottesimo anno di età. Buenos Ayres con molta fatica era stata la meta lavorativa degli avi in tempi in cui in Italia si faceva fatica a mettere insieme la cena col pranzo come si diceva in gergo. Le due ragazze telefonavano spesso ai parenti anche per ringraziarli dei loro sacrifici in seguito ai quali in collegio avevano imparato oltre al portoghese, lingua locale anche l’inglese ed il francese. Ora il problema era quello di far fruttare la loro cultura ma con profonda delusione erano stati loro offerti posti di lavoro con retribuzioni molto basse, alcuni inaccettabili, compresero che il sesso regnava sovrano ma a loro non interessava perlomeno direttamente. Nella pensione ove alloggiavano conobbero Lalla Magnani romagnola puro sangue, ex maîtress di una casa di tolleranza incazzata a morte con quella str…za …della Merlin. Isa e Lari appresero tutti i trucchi del mestiere da Lalla soprattutto di evitare le incursioni dei piedi piatti in una casa’chiusa’ in cui lavoravano le signorine ma…c’era un ma occorrevano molti soldi per organizzarsi. Unica risorsa ricorrere ai parenti in Brasile ‘ammucciando’ (scusate il siciliano) il vero impiego dei soldi, una scuola di ballo. Fu nonno Armando a rispondere al telefono: “Vi bastano centomila dollari mi pare corrispondono a cinquecentomila Real.” Come vuoi tu nonno, sei un tesoro!” Ovviamente per una scuola di danza occorreva un insegnante qualificato non facile da trovare a Roma, un aiuto inaspettato e provvidenziale avvenne da parte di nonno Armando che segnalò un certo Afonso Gomez che già dal nome prometteva bene, Afonso senza la elle aveva come significato nobile e intelligente. Una certa sorpresa avvenne all’aeroporto di Fiumicino quando dalla scaletta del Boeing scese un personaggio pittoresco vestito fra il folkloristico ed il bizzarro con al, guinzaglio un volpino abbaiante addobbato con una provvidenziale cappottina. “Te lo dicevo Pucci che a Roma faceva freddo, per fortuna non ti ho dato retta!” Un po’ tutti i passeggeri notarono i due e si fecero matte risate. Isabel e Larissa si presentarono ed abbracciarono il ballerino che: “Carissime, spero siate venute in auto, sono stanco dal lungo viaggio, pensate ben 20 ore senza scalo, abbiamo incontrato tante turbolenze, un vero carosello!” “Oh che bella macchina A.R. che vuol dire?” “Alfa Romeo ultimo modello si chiama Tonale, è velocissima.” “Non fa per me, a me piace la Fiat dei vostri nonni, che hanno da guardare tutti, mai visto un cane con la mantellina!” “Forse stanno apprezzando il tuo birignao, è un accento originale da attore!” Lalla alla vista di Afonso scoppiò in una risata fragorosa…”Che ha da ridere quella sciocca!” Larissa ‘aggiustò la situazione: “Ha apprezzato Pucci, ama molto i cani.” “Pucci oggi niente bagnetto, sicuramente le signore non avranno cibo per cani, per oggi devi arrangiarti.” Afonso apprezzò alla grande il cibo romano: “Il cuoco è un dio, bravissimo, resterò per sempre a Roma o non lo so, ho paura di ingrassare!” Il ballerino era una sceneggiata ad ogni frase, poteva essere una attrazione per la scuola di ballo. L’ampio locale a due piani era ubicato a Casal Boccone, Afonso ne apprezzò l’ampiezza ma: “Miei cari occorre rimodernarlo, io posso darvi una mano, ho studiato architettura.” Intervenne Isabel: Non abbiamo il coraggio di chiedere altri soldi a nonno Armando…” “O Afonso trata disso nao precisa de se preoccupar.” Le due sorelle compresero il senso della lingua portoghese, un abbraccio di ringraziamento. L’inaugurazione del locale il sabato successivo alle ventuno, tutti presenti ad eccezione di Pucci che aveva avuto in dotazione una cuccia all’esterno riscaldata. In precedenza c’era stata fra i tre una discussione per dare un nome alla sala da ballo, i nomi scelti da Afonso ‘sapevano’ troppo di omo. Isabel e Larissa preferirono un anonimo ‘Bim Bum Bam’, nei giorni passati c’erano stati a Roma degli episodi di pestaggio ad appartenenti ad un corteo di LGBT detti anche ‘comunità arcobaleno’. Afonso pensò di trovare una collocazione sul palco alle due sorelle, prevalse il suggerimento di Lalla, un’imitazione delle Afonso si fece illuminare sul comportamento delle due tedesche, stava venendo fuori uno spettacolo niente male. GLI spettatori scarsi di numero il primo sabato andarono pian piano aumentando con l’apporto soprattutto di gay entusiasti di trovare tanti ‘colleghi’. Isabel e Larissa con costumi ridottissimi molto apprezzati dai maschietti impararono presto le canzoni ed i balli delle Kesseler: ‘Dada Umpa’, ‘Quelle come noi’,’La notte è piccola’ ‘Pollo e Champagne’ ‘Lasciati baciare col Letkiss’ un successo decretato da tutti i sessi. Solo Afonso non era più lo stesso, aveva difficoltà a respirare ma minimizzava la malattia, visitato da uno pneumologo verdetto tremendo: carcinoma polmonare all’ultimo stadio, Eris aveva colpito ancora. Il brasiliano passava il tempo in compagnia di Pucci che parve aver compreso la tragedia del padrone. Dopo una settimana Afonso rese la’nima a Dio ammesso che al Padreterno interessasse l’anima di un gay, Eris aveva colpito ancora. All’ingresso del ‘Bim, Bum, Bam’ un cartello ‘Chiuso per lutto’ Al corteo funebre tante persone soprattutto giovani, specialmente a loro sarebbe mancato un punto di riferimento divertente e anticonformista, con tanti parrucconi in giro…