Enne N

La storia di Enne Enne in realtà non è che abbia inciso più di tanto sul corso delle cose, ma una certa fatalità di coincidenze non me l'hanno voluta, lo stesso, far passare inosservata e
dovendo come ovvio, per raccontarla, partire dall'inizio bisognerebbe dire subito di.
Di quanto non esistono parole adatte per descrivere il livore bramoso che provocò il suo concepimento.
E diremo pertanto che nacque in un posto praticamente occupato dalla notte.
Una città sterminata da cui sembrava non poter fuggire e tutta verso l'alto slanciata, di quadre luci che di sera la rendevano bucherellata.
Da bambino nessuno ha mai saputo se gli fosse rimasto utile pure un padre per venire abbandonato.
Sua madre tuttavia fu costretta a partorirlo un po' di fretta, in quanto usava riempire di guadagno il luogo da lui accidentalmente occupato e. E nel frattempo dunque da pannolino lindo e bagnetto l'ha spesso e volentieri esentato ed infine in pasto alla società presto gettato.
Durante la giovinezza poi lui ebbe modo di prestare solo al fiume una certa lungimiranza o di raccontare muto alla luna la sua fervida speranza anche se, nonostante un aspetto non esattamente curatissimo, risultava stranamente parecchio simpatico agli uomini cui non interessava nessuna consistenza.
Ch'erano i soli a dividere volentieri con lui la sua presenza e. E da grande non trovò una compagna anzi da molte "nobildonne" fu apposta evitato, non ebbe amici una volta spifferato il suo stato ed il suo unico lavoro fu disoccupato.
In pratica però non stava mai realmente incatenato, né da mancanze gravi prostrato, ergo non poteva avere palpabili motivi per sentirsi preoccupato realizzandosi insensato.
In fondo si sfamava e possedeva un corpo non malato, al che non importava se lui aveva avuto la ventura di sopportarsi qualche dono, non sfruttabile, che madre natura gli aveva affidato o se il suo bisogno di disperata armonia col mondo, ben nato, si tramutava in candore di comportamento purtroppo ignorato o in innocenza d'intendimento volutamente trascurato.
E non ebbe perciò mai reazioni e manco manifestò rabbia alcuna per il suo destino pre obbligato, eppure una volta, un'unica volta, ha voluto, non si sa per quale motivo, diventare apposta maleducato.
Non chiese infatti permesso al selciato quando dopo. Dopo che dal cavalcavia s'era lanciato con almeno la metà del corpo vi si è piantato.
Che mala cosa!
Tutta una vita senza risonanza rovinata da una fatale arroganza.
Questo non doveva farlo.
No!
No!
No!
E no!