Er barone

Avere ereditato un nome ridicolo può nella vita portare a spiacevoli inconvenienti, primo di tutti, a scuola, quello di essere preso in giro dai compagni di classe. Qual’era quel nome famigerato? Omero Sgargamella figlio di Gabbamondo e di Rosina Ficarotta! Concorderete che non c’era da stare allegri, la situazione di Omero cambiò di colpo allorchè padre e madre passarono a miglior vita (si fa per dire) per un avvenelamento (nulla a che fare con i Borgia) per aver mangiato dei funghi non edibili raccolti nei loro terreni (erano latifondisti). Sarebbe stato necessario un trapianto di fegato pratica sconosciuta in quel periodo, si era nel dopoguerra del secondo conflitto mondiale. Omero convocato dal notaio Buonarroti amico di famiglia il quale: “Caro Omero anche nella tua disgrazia c’è un lato positivo, sei diventato ricco anzi molto ricco, i tuoi erano benestanti, forse tuo padre discendeva da avi nobili, ci sono un mucchio di scartoffie che devi firmare, vai da Loisa la nuova mia segretaria…avrai notato che è giovane e carina anche se discende da schiatta contadina, in giro di dice che sia stata sovvenzionata negli studi dal padre naturale… risulta essere di spiccata serietà. Effettivamente la giovane rispondeva a quella descrizione, che fosse la figlia del notaio…bah poco importava ad Omero che, finite le incombenze leguleie la invitò a cena nella sua villa ricevendo però un netto rifiuto. Il giovane, che aveva compiuto vent’anni di età rimase sconcentato ma incontrando Loisa per strada: “Caro scusami, sarei venuta volentieri ma il notaio è molto possessivo nei miei confronti, mi avrebbe licenziato, ora sono libera l’ho mandato a fuck off. Era vestita molto sexy la ragazza, erano i primi tempi della scandalosa minigonna con un particolare aggiunto o meglio tolto da Loisa, aveva dimenticato’ di indossare le panties woma’n…Omero per la prima volta in vita sua si accorse di un certo movimento all’interno dei pantaloni, sino a qualche tempo prima frequentava l’oratorio della vicina chiesa accompagnato dalla madre religiosissima, quella era per lui una novità, fu Loisa ad abbassargli i pantaloni ed a prendere in bocca il suo ‘ciccio’ inalberato, ebbe quasi subito un orgasmo, Loisa ingoiò quanto da lui riversato nella sua bocca, una gran confusione mentale. Si riprese e guardò bene in viso la giovane, le sembrò molto giovane, forse minorenne: “Quanti anni hai?” “Sedici ma che te frega, ma che t’emporta…”grande risata poi: “niente da fare se vuoi entrare in figa, se sganci un bel po’ dé piotte te posso dà er culo.” Omero ritornò alla realtà: “Qua ci sono mille €uro, ciao.” Un nuovo mondo si era appalesato al giovane, la ricchezza lo portava ad essere rispettato, ricordò che suo padre gli aveva accennato si un lontano parente nobile, si inventò per se il titolo di barone, in tipografia si fece stampare biglietti da visita con quella onorificenza e con questi ‘invase’ un po’ tutti gli amici e conoscenti che rimasero perplessi ma col fatto che ‘pecunia non olet’ fecero finta di crederci, in fondo a loro importava di ricevere da Omero solo dell’amicizia comoda e gratuita e soprattutto remunerativa. Alle faccende domestiche in passato aveva provveduto sua madre gran lavoratrice ma ora? Per sua fortuna una mattina si presentò in villa una sua contadina; “Sono Gegia dopo la morte dei suoi penso che posso esserle utile, in casa sono brava, pulita ordinata.” Subito assunta, sarebbe stata alloggiata all’ultimo piano dove c’erano varie stanzette a disposizione degli ospiti. Al posto della vecchia Lancia Aurelia ordinò una Maserati Gibli che ritirò illiche et immediate per averla trovata pronta in concessionario.Altra scoperta il sesso, molto piacevole anche se con varianti, il giovane si era scoperto guardone allorchè Geggia un pomeriggio di sabato si presentò in villa con un ragazzo ed una ragazza dai nomi fuori del comune Follì e Spera che presentò come lontani parenti in visita a casa sua. Il ‘panorama’ sessuale cambiò una notte quando Omero si recò in bagno e sentì dei lamenti non certo di dolore da parte di una donna, Geggia se la godeva alla grande a cavallo di Ildo. La mattina seguente guardò meglio la dama delle pulizie la quale forse per la godereccita sembrava più bella, ci fece un pensierino. Le notte seguente ‘nuovo giro nuovo numero’ Follì si stava ‘ingroppando’ Spera, la situazione fece eccitare Omero che si masturbò come non mai accaduto in vita sua, il padrone di casa si era scoperto guardone partecipante sessuale. Il quartetto seguitò a ‘marciare’ alla grande, lo girls swapping funzionava alla grande sino a quando Omero fu invitato da un amico carioca di suo padre a presenziare al Carnevale di Rio de Janeiro. Josè, questo il suo nome ormai vecchio volle ospitare Omero nella sua casa ubicata lungo la strada percorsa dai ballerini della celebre manifestazione. Atmosfera more solito molto appariscente poi accadde un fatto imprevisto: apriva la sfilata una ballerina bellissima ammirata da tutti i presenti con grandi grida di gioia quando la cotale cadde rovinosamente a terra, Omero e Josè corsero in suo aiuto e la trasportarono all’interno dell’abitazione: una storta dolorosa ma non grave. Carmen Miranda parlava oltre che il portoghese anche l’italiano (era stata in collegio dalle monache), Pian piano si stava riprendendo quando Omero decise di rientrare a Roma, gli mancavano i giochetti erotici di Geggia e di Spera, manifestò il suo volere a Josè il quale inaspettatamente gli propose di portare con sé Carmen Miranda, era sola al mondo. Omero immaginò il figurone che avrebbe fatto con gli amici, accettò l’invito e prenotò due posti in una cabina di una nave passeggeri della Società Msc Preziosa che faceva scalo a Rio de Janeiro e con scalo a Civitavecchia. Prima della partenza commozione e grandi saluti sulla banchina e dalla nave, finalmente mare aperto. La compagnia in quanto a menù era molto organizzata, il cibo era molto variato, c’era anche un menù italiano allora tutto bene? Un fulmine a ciel sereno, Omero sbirciando dalla porta del bagno semi aperto si accorse di una situazione inaspettata: Carmen Miranda era un trans e che trans, anche se non in erezione aveva un pene perdipiù spropositato. Carmen si accorse della situazione, si mise a piangere e non voleva uscire dal bagno, dopo molte insistenze Omero la convinse, la notte passò in bianco per ambedue, niente prima colazione, i due non si presentarono nemmeno all’ora di pranzo, un cameriere francese bussò alla porta della loro cabina: “Messieurs êtes vous en grève de la faim?” No, tout bien merci” Carmen non piangeva più ma aveva gli occhi arrossati, Omero: “Ti prego mettiti gli occhiali scuri, agli occhi degli altri passeggeri può sembrare che ti abbia picchiata!” La brasiliana obbedì, prese sottobraccio Omero, passarono in coperta sino all’ora di cena, si sedettero al loro tavolo, furono raggiunti dal solito cameriere francese che esprimendosi in italiano: “Poscia più che il dolor potè il digiuno.”Sto zozzone conosceva pure Dante e la lingua italica!” Carmen Miranda che in passato aveva accampato come scusa per rifiutare le avances di Omero di avere le mestruazioni lo mise al corrente della sua vita in collegio e della protezione avuta dalla madre superiora sino al compimento della maggiore età. Gli fece capire che era a sua disposizione per eventuali approcci anali. Ora la crisi era tutta di Omero, come comportarsi con Carmen e con Geggia e Spera? Nel frattempo la nave era giunta ed aveva attraccato al porto di Civitavecchia, Ildo aveva posteggiato la Maserati vicino alla imbarcazione. “Dove l’hai presa stò gran pezzo de…” Omero se la cavò con una battuta: “A Buenos Aires c’erano gli sconti.” Gran festa alla villa, cena con leccornie romane, in sottofondo musica brasiliana. ‘In nocte consilium’ chiosava Apostolium, la notte porta consiglio’ lo portò, Omero decise di comunicare agli altri residenti della villa la situazione sessuale di Carmen. Nessuno si meravigliò anzi la brasiliana fu abbracciata da tutti in segno di intesa e di concordia. Vissero a lungo felici e contenti come da lieto fine delle favole.