Für elise

Una pubblicazione satirica mensile edita a Roma metteva in palio una vacanza al Terminillo per due persone a chi avesse decifrato il significato di una frase difficile da indovinare. Il titolo della rubrica in perfetto romanesco: ‘C’iavete fatto caso ‐‐‐‐‐per poi finire ‘mbè fatece caso.’ Espressione incriminata del mese in corso: ‘La fessa in mano ai fessi. Sciabolazza.’ Si era all’inizio di dicembre Alberto col fido Ras pastore tedesco ‘ereditato’ dalle Fiamme Gialle presso cui aveva militato per venticinque anni era riuscito a decifrare l’arcano: era la frase di un maggiore del Corpo che aveva espresso il suo disappunto nei confronti di giovani sottotenenti di un istituto di istruzione che durante la sua assenza avevano consegnato (punito) quasi tutti gli allievi finanzieri per piccole mancanze. Il soprannome Sciabolazza gli era stato affibbiato da un anonimo dipendente che aveva un senso della humour fuori del comune. Alberto aveva ereditato una villetta isolata in una località fuori Roma in mezzo alla campagna lontana dal mondo ad esclusione di una abitazione di lusso viciniora molto più grande della sua con all’ingresso una targa in tedesco ‘Für Elise’ molto probabilmente il nome della proprietaria. La conoscenza con la titolare di quell’abitazione di lusso era avvenuta per ‘merito’ di Ras che, strattonato il guinzaglio di Alberto si era infilato all’interno della palazzina annusando un pastore tedesco femmina in calore ed iniziando a cavalcarla di brutto. Alberto si trovò davanti una signora in vestaglia probabilmente la padrona della ‘cana’, cercò di scusarsi di una colpa non sua suscitando l’ilarità della dama che: “Elektra ha un anno di età, prima o poi…sediamoci nel salone, mi risulta che i cani maschietti dopo il coito restano attaccati per un po’ di tempo alla femmina.”A richiesta della dama Alberto riferì della sua appartenenza alla Guardia di Finanza sino alla data del suo congedo a domanda e della inaspettata eredità della piccola abitazione da parte di un lontano parente australiano di cui conosceva appena il nome Freddy in rotta con i suoi parenti locali. A sua volta Alberto chiese il perché di quel nome in tedesco della dama: un nonno un fan di Beethoven e ‘Per Elisa’ era una composizione di quel musicista. Dopo un bel po’ di tempo Ras sbrigata la faccenda sessuale con Tralla, felice e scodinzolante si presentò nel salone ed ottenne le carezze della padrona di casa che: “Speriamo che siano tre cuccioli, me li hanno chiesti delle amiche….Quando e se lo desidera venga a farmi compagnia, mi avvisi in tempo mi farò trovare in ‘ghingheri’, a presto.” Più che Alberto desideroso di ritornare alla villa Fur Elise era Ras che non poteva comprendere il diniego sessuale della ‘cana’, le girava interno ‘beccandosi’ dei morsi niente affatto amichevoli inspiegabili per lui, deluso si sedette vicino al padrone. Nella casetta alloggio vicino alla villa dimoravano due donne madre e figlia a nome Charlotte e Leonilde addette alle pulizie della villa. Anselmo il tuttofare della padrona sempre a ‘portata di mano’ nel caso madame Elise avesse avuto bisogno urgentemente di un autista per condurla a far visita a qualche giovin e dotato maschietto romano. Durante una prolungata assenza di Elise e dell’ autista Alberto prese confidenza con la quattordicenne Leonilda, solite domande: “Mi sembri molto giovane, quanti anni hai, e tua madre?” “.Quattordici e quaranta.” “Ce l’hai il fidanzato?” “Niente fidanzato.” “E tua madre?” “Penso nemmeno lei.” “Se ti fai fare il solletico sul fiorellino ti do tanti soldi” “Mi farebbero comodo, alcune mie compagne di scuola mi prendono in giro, dicono che vesto da stracciona.” “Vai in bagno, lavati il fiorellino e mettiti sul letto a gambe aperte.“Leonilde come una brava scolaretta eseguì l’ordine e dopo un po’:”Con la lingua mi fai il solletico, che bello!” Episodio riferito a mamma Charlotte che rimase basita e si arrabbiò di brutto: “Porco maledetto, mia figlia è vergine e minorenne, ti mando in galera!” “Prima di parlare di prigione pensa ai tanti €uro che si è presa Leonilde per migliorare il suo guardaroba.” Nessuna risposta. La mamma approfittò anche lei per rifornirsi di scarpe e di vestiti vari tanto da far esclamare all’autista dell’autobus di linea: An’ vedi mamma e fjia tutte incriccate, chi è stato er pollo?” Charlotte fece ulteriormente la furba: “Caro Alberto data la differenza di età tua con mia figlia che ne pensi di ‘assaggiare’ la mamma stasera dopo cena ma solo in culo, ci manca puro che resto incinta!” Charlotte non restò incinta e restò anche molto soddisfatta: ”Sei un signore, non mi sono fatta male ed ho goduto alla grande, sei un signore, mio marito…” “Cara i mariti cornuti sono in campo sessuale sempre grezzi!” Leonilde al ritorno a scuola fece morire di rabbia le compagne che l’avevano criticata: “ Chissà quale vecchio ti ha scopata” “Niente scopata solo una leccata di fica brutta stronza invidiosa.” La ragazza si sentiva già donna, le mancava solo quel passo, quel piccolo passo per diventarlo, ne parlò con sua madre la quale da subito fu contraria che sua figlia avesse dei rapporti sessuali completi:”Sei tanto giovane, non aver fretta.” Il motivo di questo atteggiamento era un altro, voleva ancora sollazzarsi con Alberto, lei non si sentiva tanto anziana da abbandonare il tanto piacevole sesso soprattutto con quel non più giovane ma sempre valida Fiamma Gialla. Il patatrac avvenne una sera che Charlotte aveva fatto un sostanzioso omaggio al dio Bacco ed Elisa era andata nella capitale a far compagnia al fusto di turno. Leonilda comprese che era giunto il momento…”Caro zio che ne dici di passare il Rubicone…” “Spiacente non so nuotare e poi…” “Non fare lo sciocco, la prima volta per me deve essere un ricordo piacevole ed indimenticabile, ti prego…” Alberto non si fece pregare ulteriormente, ciccio lancia in resta cominciò a penetrare l’infantile cocchia la cui padrona non emise che qualche lamento sino al vittorioso finale con un inaspettato improvviso orgasmo che scosse il corpo di Leonilde, uno schizzo sul collo del giovane utero che lasciò l’interessata senza forze. “Mi gira la testa, non vorrei che…” Nel giro di pochi minuti tutto ritornò alla normalità se tale poteva considerarsi un fiorellino non più vergine e delle lenzuola non più candide ma arrossate di sangue, finale un post ludio sino alla mattina inoltrata quando Charlotte inorridì dinanzi a quell’inaspettato spettacolo, quasi svenne, sua figlia…Il tutto si risolse col rientro in villa di una Elisa trionfante e di un Anselmo intontolito dal sonno. A pranzo la padrona di casa: “Che v’è morto il gatto dovrei essere io triste ed incazzata col mondo, non posso avere figli e voi…La domenica mattina alle sei Elisa andò in bagno, nel corridoio scorse Tralla con tre batufoletti che succhiavano il latte dalle materne mammelle, pensò subito di chiamare il Lauro il veterinario per controllare lo stato di salute di mamma cana: “Vieni subito Tralla ha avuto tre cuccioli!” …”ma sono le sei!” “Ti risulta che per avere dei figli ci siano degli orari, sbrigati!” Dell’avvenimento vennero a conoscenza tutti i conoscenti di madame Elisa, Alberto euforico per la sua precedente prestazione battezzò le due femminucce ed il maschietto con i nomi degli appartenenti ad una nota trasmissione televisiva: Bim, Bum e Bam, allora tutti felici e contenti? Non proprio, unica eccezione Charlotte che comprese di aver perduto l’mante e di avere una figlia non più vergine.”