Gisèle Qui Aime...

Il vento stava aumentando, il mare peggiorando e Alberto...si stava incazzando! La sua barca (uno yatch di quarantadue piedi) si muoveva di conseguenza provocando al suo padrone conati di vomito. "Anselmo portami a terra, stanotte non la passo certo a bordo!" "Lei pensa di trovare un posto in albergo a Panerea il 14 agosto?" "Fatti i cosi tuoi, a costo di dormire sulla banchina!" Appena attraccato al molo Alberto emise un sospiro di sollievo, qualcosa sotto i piedi che non  si muovesse! Chi l'aveva portato a comprarsi una barca se soffriva il mare? Il dover emulare i suoi colleghi padroni di fabbriche di scarpe nelle Marche, ce l'avevano tutti...bello stronzo! Dopo una breve salita un bar pieno di luci e di clienti, musica pop in sottofondo, barista servizievole, anche troppo... "Cosa posso servirla, qui abbiamo di tutto, sono Bonannella Luigi ma tutti mi chiamano Gigione." Alberto non aveva nulla contro i gay anzi gli facevano un  pò pena, chi non ama le gatte... "Gigione mi occorre un letto per stanotte." "Ma lei è matto, a ferragosto, a Panarea, provi su uno yatch." "Sono sceso dal mio perchè non sopporto il mare agitato." "Non so che dirle, potrei ospitarla io..." "Gigione lascia perdere chi è il    titolare della baracca?" "È quel signore laggiù, si chiama Salvatore F.." "Signor F. sono il padrone di quella barca ormeggiata nel porto ma non sopporto il mare mosso, vorrei avere una stanza." "Come le avrà detti Gigione a ferragosto c'è il pienone, non posso aiutarla. Ma perchè non essere ospitali, che idea può farsi il signore di noi isolani." Da dove era sbucata quella bionda king size pluriaccessoriata e dal sorriso smaliante? "Mia moglie Gisèle." "Potrei farle i nomi di tanti noti e meno noti che sono i nostri ospiti, le nostre villette sono al completo ma se si accontenta di un divano a casa nostra..." "Affare fatto, l'unica soluzione sarebbe stata la banchina..." Penso che a quest'ora abbia cenato, si guardi in giro c'è tanta bella fauna, chiudiamo il locale alle tre, au revoir." Alle tre in punto i coniugi F. fecero segno ad Alberto di seguirli nella loro dimora. Salvatore : "Abbiano scelto di abitare nell'ultima villetta per una maggiore privacy. Ecco qui, niente cucina solo bagno, soggiorno e camera da letto, quel divano è tutto suo, mia moglie le darà due lenzuola ed un cuscino, per il bagno faremo a turno. E così fu, la doccia, prima i padroni di casa poi Alberto che fu be lieto di posare le stanche membra su qualcosa di morbido. Il sonno stentava a venire, la biondona non era certo un'indigena, il marito evidentemnte si, col quel cognome... ma lei con quell'erre moscia, sicuramente francese o belga. La cotale l'aveva subito colpito con quello smagliante sorriso di sfida, non era femmina da passare inosservata, a parte il metro e settantacinque di altezza, le gambe chilometriche, seno forza quattro debitamente in vista, vita da vespa (era un'espressione di suo nonno Alfredo che amava le vite sottili), Alberto era rimasto... fulminato. La ventola del soffitto procurava una certa frescura ma Alberto sudava ugualmente, cosa gli era preso, di belle donne ne aveva conosciuite,,, a quarant'anni non doveva farsi sconvolgere da cotanta beltade, ciccio  era diventato duro, e che c...o stava esagerando! Decise per una doccia piuttosto fredda, avrebbe sopito i bollenti spiriti, ciccio era sempre più duro, da un lato gli veniva da ridere...La porta del bagno si era aperta, Salvatore lo stavo osservando con un sorriso divertito, sicuramente aveva notato il suo stato. "Vedo che mia moglie le ha fatto un bell'effetto come pure vedo che è piuttosto dodato, non si preoccupi non sono omo ma voglio fare uno scherzo alla cara Gisèle che oggi mi ha fatto arrabbiare. Siamo una coppia aperta, vada al mio posto nel letto e... auguri!" Alberto non se lo fece dire due volte, madame era di spalle completamente nuda. Penetrò dolcemente ma inesorabilmente dentro la dolce gatta della signora che, senza girarsi: "Stavo dormendo, fa una cosa in fretta, fra l'altro mi fai un pò male." Alberto fece del suo meglio per portare a compimento il suo piacevole compito, se le aveva fatto un pò male dipendeva dal fatto  che lui l'aveva più grosso di quello di suo marito. Ritornato sul divano prese subito sonno. La mattina successiva, al risveglio, si trovò solo, i padroni di casa erano usciti per aprire il locale e fornire la prima colazione agli ospiti. Gigione era al suo posto. "Bongiorno signore, come devo chiamarla e poi le fornirò una deliziosa colazione." "Chiamami Alberto, puoi darmi del tu, per la colazione mi affido a te." Succo di polpelmo, cornetti profumati, cappuccino tutto su un vassoio gentilmente depositato da Gigione sul suo tavolo. Poco dopo si erano appalesati i due coniugi.
Madame: "Ha dormito bene sul divano?" "Meravigliosamente, se possibile vorrei riposarci anche stanotte!" I due maschietti alla riposta ai Alberto si misero a ridere con disappunto di Gisèle con non comprese la loro ilarità. "Non ci faccia caso, anzi diamoci del tu, mia moglie è francese. Era venuta anni fà a Panarea in gita con i genitori che sono tornati a Parigi senza la beneamata figliola che è diventata mia moglie. Talvolta non comprende le battute di spirito del nostro paese ma è la donna che adoro, vero cara?" "Senti adoratore va a controllare che i nostri giannizzeri eseguano bene la pulizia nelle stanze degli ospiti, avanti march  poi il silenzio. Alberto e Gisèlè si stavano studiando, Alberto pensando di farsi ancora la bella parigina,la bella parigina piuttosto perplessa sul comportamento dei due maschietti."Madame vuol venire a visitare il mio yatch, è quello bianco e nero che si vede all'ancora, anzi vuoi dato che tuo marito ci ha concesso di darci del tu." "Di barche come la tua ne ho viste tante, forse vuoi farmi visitare il tuo alloggio privato?" "Me possino... ossia voglio dire che giammai mi è passato per la testa un tal zozzone pensiero, me ne guarderei bene, madame!" "Non fare la faccia del santarellino, non sei convicente, andiamo a visitare stò barcone." Alberto chiamò al telefonino Anselmo che di lì a poco attraccò alla banchina con un gommone e col berretto im mano. Gisèle lo guardò stupita, quell'atteggiamento le sembrava servilismo, bah...Giunti sotto la barca Alberto mise in bocca un fischietto dal quale uscì un suono acuto. Subito si schierarono a poppa i componenti dell'equipaggio in un militaresco attenti nel mentre i tre salivano a bordo da una scaletta laterale. "Non ho capito, il tuo equipaggio è militare o cosa..." "Quando ci sono ospiti ci tengo molto a far figura, non ti preoccupare, è brava gente di mare." Anselmo si presentò nella sala di poppa con un vassoio cu cui facevano bella mostra due cocktaild variopinti.Gisèle sempre perplessa si guardava in giro ma era nel suo stile prendere in mano la situazione. Lei:"Che ne dici di un giro della barca?" "A disposizione potremo anche mangiare a bordo." "Fammi vedere la tua cabina, dev'essere piuttosto grande in cui potrebbero dormire sei persone, vero caro?" "Penso di si ma..." Alberto non potè finire la frase perchè due calde labbra si erano incollate sulle sue togliendogli il respiro. "Non ti meravigliare, quando mi piace un uomo me lo faccio e tu mi sei piaciuto subito." "Non vorrei che tuo marito..."Non porti  di simili problemi, con Salvo me la vedo io, lo chiamo per dirgli che pranzo a bordo del tuo yatch, niente in contrario?" "Figurati..." Salvo non aspettarmi, sono ospite di Alberto sulla sua barca, mangia senza di me, ciao." Alberto capì che la situazione gli era sfuggita di mano ma non se ne preoccupò più di tanto, anzi...La colazione (così chiamano gli snob il pranzo) fu servita da Anselmo vestito da maggiordomo con grandi risate da parte di Gisèle. "Questa proprio non me l'aspettavo, si vada a cambiare, è un mio ordine!" Linguine al sugo di aragosta, piccola frittura di pesci locali, aragosta con olio e limone, salmone affumicato, contorni, vibo Verdicchio dei Castelli di Jesi, ananas, gelato al limone. "Alberto fammi capire, dove hai preso tutte ste aragoste, a parte il prezzo che per te non deve essere stato un problema ma in giro non se ne trovano per la notevole richiesta da parte dei villeggianti." "Ti metto al corrente di un mio segreto, durante la notte andiamo da Stromboli sino a Filicudi, quando scorgiamo in mare un galleggiante salpiamo la cima e togliamo dalla nassa una povera aragosta finita prigioniera di qualche cattivo pescatore..." "Sei un ladro, ti denunzierò ai Carabinieri di Panarea, conosco il Comandante, sei fottuto mio caro!" "Forse di sarebbe una via d'uscita, mi metto a tua disposizione, sarò il tuo schiavo." "Ecco, forse hai intrapreso la strada giusta, sono molto esigente, potresti pentirtene!" "Ormai... ma potrebbe anche piacermi!" "Intanto per digerire andremo sino allo Strombolicchio, è uno scoglio che amo visitare quando posso, vai!" La scala che portava alla cima dello scoglio era piuttosto lunga e con quel caldo Alberto ne avrebbe fatto volentieri e meno ma si era impegnato a fare lo schiavetto...Dopo due ore erano di nuovo attraccati dinanzi a Panerea, il mare per fortuna si era calmato, i due nuovi amici erano spaparazzati a bordo a ...vedere la televisione, bah. Il tramonto del sole aveva portato una temperatura più sopportabile a parte che era sempre possibile rifugiarsi nella pancia dello yatch con aria condizionata.La cena. Vediamo quello che ha preparato,lo chef o meglio la chef, si tratta di una ragazza, la sua storia è molto particolare: si chiama Quinta Meschini, figlia di contadini. I genitori, con sacrifici, l'avevano mandata a studiare dalle monache. Morti i genitori nell'arco di poco tempo, Quinta è stata costretta a lasciare l'istituto di suore e, grazie all'interessamento di una dama di carità di Jesi, è stata ammessa a frequentare un corso di chef dal quale è uscita brillantemente prima, mi è stata raccomandata a un mio amico ed è qui." Gisèle: "Vediamo quello che ci ha preparato per cena." Tagliolini al sugo di maiale, coscia di tacchino disossata e farcita, scaloppine al marsala, torta al limone (una delizia), frutta do stagione ed un caffè freddo skecherato. "Niente male, fammi conoscere questa meravigliosa regina della cucina."Quinta era alta un metro e sessantacinque, dimostrava meno dei suoi venticinque anni, capelli neri a caschetto, occhi di un nero profondo, nasino delizioso, bocca carnosa, collo eburneo. Una particolarità era vestita di nero, d'estate non doveva essere il massimo della comodità. Alberto interpretò lo sguardo perplesso di Gisèle: "Quinta è orfana dei genitori, è costume dalle sue parti portare il lutto a lungo. Gisèle, come suo stile, voleva prendre in mano la situazione: "Mio caro sono costretta a farti uno sgarbo, il fratello di mio marito è proprietario di un ristorante, giusto ieri mi ha domandato se conoscevo un bravo chef dato che il suo si era licenziato. Quinta fa al caso suo ma devo cambiarle il nome, farebbe ridere tutto il personale." "Scusa ma ti rendi conto che io..." "Hai dimenticato che ti sei proclamato mio schiavo, comportati da tale! Anselmo portaci a terra!" L'interessato volse lo sguardo al suo datore di lavoro il quale voltò le spalle, la sua mossa fu interpretata come affermativa. Gisèle dimostrava un'allegria esagerata, presentò Quinta a suo fratello e decise che la cuoca avrebbe dormito nel suo cottège, doveva avvisare il buon Salvatore. "Dove sei?" Attraverso il telefonino apprese che la sua metà era ospite su quella specie di transatlantico ormeggiato al largo dell'isola, la padrona, titolare di una nota ditta di cosmetici, l'aveva praticamente prelevato a Panarea per fargli passare la serata sul suo yatch e quindi non  era disponibile, tanto meglio. "Ti voglio far visitare Panarea by nigth" e la condusse sino all'altro capo dell'isola, panorama meraviglioso, i sentieri erano illuminati dalla luna dato che nell'isola l'energia elettrica era erogata solo all'interno delle abitazioni. Quinta non  aveva profferito verbo. "Amica mia, dammi del tu e raccontami qualcosa di te, Alberto mi ha accennato qualcosa, vorrei sapere di più." "Per ora sono in imbarazzo, forse quando saremo a casa..." Il viaggio di ritorno fu particolare, Gisèle aveva cinto la vita della ragazza con un suo braccio, sembravano due fidanzati, il perchè non riusciva a spiegarlo nemmeno a se stessa. "Intanto facciamoci una doccia, l'aria era umida, sento il bisogno di rinfrescarmi, non penso che ti vergognerai se ci laviamo insieme..." Silenzio da parte di Quinta interpretato dalla padrona di casa come un assenso.Quinta ci mise del tempo prima di raggiungere Gisèle sotto la doccia e si mise di spalle, la padrona di casa prese ad insaponarle la schiena ma, nel farlo, provò una sensazione strana, mai percepita prima con una donna, un erotismo prorompente che la portò a baciarla sulla bocca per poi scivolare sul seno ed infine su un fiorellino caldo, delizioso, pulsante. Quel rapporto finì a letto lasciando ambedue senza forze. La mattina: "Va da mio fratello, stasera ci rincontreremo, abbiamo tante cose da dirci..." La loquacità non era una peculiarità di Quinta che le volse le spalle sempre vestita di nero. Gisèle si ripropose di andare presso una boutique per acquistarle vestiti colorati e allegri. Durante il giorno Gisèle si sentiva spaesata, confusa, parlava con la gente in maniera automatica senza ricordare quello che diceva, il suo sorriso era sparito dalle labbra, alcuni clienti se ne accorsero e glielo fecero notare. Altra novità: Salvatore era costretto a rimanere a bordo del transatlantico, Lucylle lo voleva assolutamente con lei per tutto il soggiorno al largo dell'isola. Particolari: la belle femme cinquantenne capelli color viola, fisico da trentenne supportato da creme e massaggi, vizi sessuali tanti e tutti sui generis, fra l'altro amava la mano penetrante! Salvo sistemato, Gisèle pensò a se stessa, cosa sarebbe successo al rientro di Quinta, per la prima volta nella sua vita si sentiva vuota, senza idee... La situazione prese una piega inaspettata: Quinta rientrò completamente cambiata: aveva fatto amicizia nel suo nuovo ambiente, era allegra, sorridente,sfiorò  una guancia della padrona di casa con un fuggevole bacio e poi sotto la doccia, stavolta da sola. Al rientro in camera con indosso turbante sui capelli, e accappatoio propose a Gisèle di raccontarle della sua vita passata. Lasciata la scuola delle suore aveva preso a frequentare un corso di cucina la cui responsabile era un quarantenne non sposata, piuttosto legnosa e soprattutto imperiosa nei suoi atteggiamenti. Aveva fatto escludere dal corso due allieve secondo il suo dire non adatte per quella professione ma Quinta si accorse ben presto che il motivo era ben altro. Una notte la cotale si presentò nella sua cameretta significando che non riusciva a dormire per il gran caldo (era luglio) e si spogliò completamente. Quinta dapprima si era spaventata poi il saggio spirito contadino, ereditato dai suoi, le fece capire come stavano le cose, di malanino accettò le avances della signora (peraltro quotidiane) ed entrò nel mondo del sesso da una porta particolare senza aver mai conosciuto un maschietto. Alla fine del corso, raccomandata dal proprietario del terreno dove avevano lavorato i suoi, prese il posto del dimissionario chef sull yatch di Alberto M., fine della storia. Gisèle si era affezionata alla nuova amica, le avrebbe presentato qualche maschietto, per la prima volta forse le avrebbe prestato Salvo, perchè no, a modo suo voleva bene a suo marito, le svicolate reciproche non avevano intaccato il loro amore. Chi non  ci aveva guadagnato nulla era proprio Alberto rimasto senza chef ed a bocca asciutta per quanto riguardava il sesso, quella sveltina gli era rimasta nella mente ma avrebbe voluto molto di più. Ritornando a terra aveva provato delle avances con Gisèle col risultato di beccarsi una bella risata ed un bacino sulla guancia che sapeva tanto si presa in giro. Per sua fortuna la situazione cambiò nel breve tratto di una settimana: la signora proprietaria della corrazzata salpò per altri lidi, Salvo, di nuovo a terra, apprese la sua nuova situazione familiare alla quale di buon grado e con immenso piacere si adeguò col nulla osta sia della consorte che di Quinta a cui non dispiacque la novità. Gioco forza Gisèle dovette cambiare residenza per non fare da chaperon alla nuova coppia e chiamò Alberto al quale non parve vero di accettare la proposta di Gisèle di installarsi per un pò a bordo del suo yatch. Dopo cena (lo chef era stato sostituito da un marinaio non altrettanto bravo) ci fu il momento delle confessioni reciproche: Gisèle mise al corrente Alberto delle sue iltime vicende suscitando lo stupore  (ti si legge in faccia) di un Alberto frastornato e forse un pò puritano ma quando giunse al racconto del loro primo rapporto fisico : "Allora quello zozzone di mio marito mi ti ha concesso senza il mio parere... ecco perchè mi son fatta male, andiamo in camera e fammelo vedere!"  Alberto si sentì strumentalizzato ma chi se ne fregava; in camera bastarono pochi tocchi acchè ciccio si analberasse in tutta la sua maestosità. Gisèle smise di ammiralo e se lo infilò in bocca sin quando la sentì riempirsi di un torrente in piena ma presto pensò ad accontentare la sua cara gatta ed anche  il suo buchino posteriore con un pò di fatica, fu talmente strapazzata a tal punto da dichiararsi vinta: "Basta, mi hai distrutta!" A mezzogiornio inoltrato Anselmo preoccupato del silenzio proveniente dalla cabina del suo capo, timidamente bussò alla porta: "Signore tutto bene?" Con voce ancora impastata dal sonno: "Si Anselmo portaci qualcosa da mettere sotto i denti, sono affamato!" Tascorso il mese di agosto tutti ai propri posti: Alberto rientrò nella sua fabbrica di scarpe, Quinta ebbe rinnovato il contratto di chef sino ad ottobre e l'anno successivo da aprile ad ottobre. Nella casa dei coniugi F. ritornò la calma dopo la tempesta, una bella tempesta!