I Due Seminaristi

Questa è la triste istoria (finita bene) non di Stefano Pelloni detto il Passatore bandito romagnolo ma di Pilo e Follì due figli di contadini. A parte i loro nomi non proprio comuni consigliati (diciamo imposti) dal padrone del terreno coltivato dai genitori vicino Tivoli, un certo Camillo da tutti conosciuto come lo zio Camillo. I due ragazzi avevano forzatamente seguito le orme familiari di contadini. Purtroppo lo zio Camillo zitello incallito e vecchio spilorcio, non aveva voluto modernizzare il modo di coltivare il terreno di cinquanta ettari e pertanto Dario, Concetta genitori ed i due figli erano costretti ad usare l’aratro tirati da buoi oltre che zappe, forconi e vanghe con notevole fatica fisica. Con la morte del padre per infarto, per la madre e per i due ragazzi la fatica era molto aumentata, il colpo finale alla decisione dei tre di cambiare vita venne dal cattivo tempo che mandò a monte i raccolti. Concetta andò ad aiutare la sorella anche lei contadina, i due ragazzi? Scelsero quella che nel medio evo era la via di fuga degli agricoltori: farsi prete partendo dal proverbio ‘contadino scarpe grosse e cervello fino.’ Si presentarono al parroco del paese don Sinesio rappresentando la loro  vocazione sacerdotale e chiesero di inoltrare una loro istanza in tal merito. Il vecchio parroco, ormai rotto a tutte le esperienza di vita era molto scettico anche perché i due avevano fama di andar troppo appresso alle gonnelle femminili ma partendo dalla esperienza di vita e dal presupposto volgare: ‘fatti i cazzi tuoi e ti troverai bene’inoltrò la domanda dei due giovani, istanza che fu accettata, in tempi di poche vocazioni… Pilo e Follì entrarono nel Pontificio Seminario ed iniziarono il loro percorso sacerdotale. Dopo sei anni Pilo e Follì stavano per diventare diaconi ma un evento imprevedibile cambiò la loro vita: zio Camillo per un cancro alla prostata stava per passare a miglior vita, il cotale in lite con tutti i siuoi parenti chiamò al suo capezzale i due giovani facendo loro presente che sarebbero stati gli unici eredi delle sue ricchezze purché ogni mese avessero fatto celebrare una messa in suo suffragio, forse la paura di andare all’Inferno! Pilo e Follì per prima cosa lasciarono l’abito talare, ecambiarono i loro nomi in Alessio ed in Antonello ed andarono al Banco di Roma dove ebbero modo di constatare la consistenza delle loro ricchezze, alle delucidazioni del direttore di filiale rimasero sbalorditi: il vecchio li aveva lasciati abbienti, agiati, facoltosi in altre parole: ricchi! Subito muniti di carta di credito oro si recarono prima in negozi di vestiti e di scarpe per cambiare il loro abbigliamento poi in una filiale di auto Alfa Romeo dove presero possesso di una ‘Stelvio’ di color rosso pluriaccessoriata già pronta con cui si recarono a Tivoli per pavoneggiarsi in paese. Presero alloggio al primo albergo che incontrarono sulla loro strada, alla presentazione della carta oro il  portiere sgranò tanto di occhi, si inchinò ai due signori ed offrì la miglior camera dell’albergo. “Ce ne occorrono due e, se possibile una compagnia di due ragazze disponibili.” È noto che in questo campo i portieri di albergo sono piuttosto aggiornati e così dopo mezz’ora comparvero una bruna ed una mora. “Siamo Simona e Sofia, che bei giovani, si avvicina l’ora di cena che ne dite prima di un buon pasto, per motivi di ‘lavoro’ abbiamo saltato i pranzo.” A tavola grande allegria, il cameriere, di stretta osservanza romanesca si chiamava Romoletto, ben foraggiato servì a tavola i migliori piatti del ristorante, finale un ananas digestivo. Sulle scale Antonello: “Cacchio non abbiamo i preservativi!” “Sofia fece onore al suo nome ‘saggezza’: “Tutto a posto ne abbiamo una riserva!” La mattina dopo aver riprovato le gioie terrene, liquidate le due squillo Alessio ed Antonello andarono in canonica per salutare il vecchio parroco, non c’era più nel senso che era passato a miglior vita, al suo posto un giovane tutto profumato e vestito in nero con collare bianco, niente tonaca in compenso poteva portare delle gonne era un omo! Brevi saluti e poi andata a Roma per affittare un alloggio possibilmente vicino alla stazione Termini. Lungo la strada incrociarono l’insegna di una società che vendeva abitazioni. Alla richiesta dei due un impiegato: “Signori sono fortunati, abbiamo un alloggio in vendita in via Marsala è un po’ costoso ma è stato di recente ristrutturato ed è pure ammobiliato.” “Lo prendiamo a scatola chiusa, telefoni al Banco di Roma per convalidare un nostro assegno.” “Scusate la confidenza, sono Eugenio il direttore, mi avete fatto simpatia e mi fido di voi. Un giorno se mi invitate verrò a trovarvi.” “Con piacere Eugenio se ha qualche cara amica…” “Capito tutto, a presto.” L’estate si stava avvicinando, c’era da scegliere una località dove allontanarsi dalla calura, un cartellone in via Marsala reclamizzava un percorso da Livorno verso la Corsica, esattamente a Porto Vecchio. Decisione immediata di Pilo e Follì, pardon di Alessio ed Antonello che, navigatore adjútor giunsero a Livorno e si imbarcarono su una nave dalla Corsica Sardinia Ferries, destinazione Porto Vecchio in Corsica. I due giovani presi dall’entusiasmo delle novità non avevano previsto dove andare, incontrando un giovane ufficiale di bordo: “Ci scusi, è la prima volta che andiamo in Corsica, ci potrebbe indicare una località di villeggiatura?” “Dipende se volete recarvi in un posto dove vanno le famiglie oppure siete anticonformisti e volete alloggiare un villaggio per naturisti.” Antonello: “Siamo per la natura.” Allora voi suggerisco il villaggio ‘la Chiappa’ dal nome significativo, buon soggiorno.” Alessio e Antonello rimasero perplessi, non avevano capito bene di cosa si trattasse ad ogni modo presero per buono il suggerimento. Sempre con l’aiuto del navigatore satellitare il pomeriggio arrivarono in località Porto Vecchio dove era ubicato quel villaggio dal nome particolare. All’ingresso: “Messieurs avez vous réservé?” I due avevano studiato francese al classico: “Siamo italiani ad ogni modo ho capito, no non abbiamo prenotato.” “Noi parliamo bene l’italiano, non c’è problema,ci sono dei bungalow liberi, Serge verrà con voi per indicarvi la strada.” Alessio ed Antonello rimasero basiti, tutti i villeggianti erano nudi, l’ufficiale di bordo che aveva fornito l’indicazione del villaggio parlando di naturisti intendeva nudisti, si misero a ridere. Si presentò un signore vestito: “Je suis Charles, à votre disposition.” “Siamo Alessio ed Antonello, siamo in vacanza non sappiamo per quanti giorni, a tavola vorremmo possibilmente avere la compagnia di ragazze.” Charles guardando i documenti: “Qui ci son scritti altri vostri nomi.” “In italiano si chiamano soprannomi.” “Bien, tavolo ventitré, cena dalle venti alle ventidue, buona permanenza. Alessio ed Antonio si spogliarono ed uscirono al di fuori del bungalow ma nel vedere tante giovani donne nude ebbero la sorpresa di vedere il loro ‘ciccio’innalzarsi, nel regolamento c’era scritto che era proibito avere rapporti sessuali in pubblico e così rientrarono nel bungalow, l’unica soluzione era indossare un costume, si avvicinarono di nuovo a Charles ed esposero il loro problema. Il direttore dimostrò molto sangue freddo: “Può capitare, potreste indossare un asciugamano e togliervelo quando…avete capito.” I ‘cosi’ dei due capirono la lezione e ritornarono alla cuccia. A tavola erano già seduti dei giovani di varie nazionalità, anche italiani, Alessio ed Antonello si presentarono ed ebbero una buona accoglienza, erano tutti allegri. Dinanzi a loro due francesine non molto alte ma belle in viso ed anche di corpo niente male. Alla fine della cena: “Nous sommes Aline e Ambra parliamo poco l’italien.” “Siamo pari, noi parliamo poco il francese, andiamo in riva al mare.” I due ‘cosi’ di ragazzi presero vigore ed alzarono la ‘testa’: “Chiediamo scusa, non lo abbiamo fatto apposta…” Gran risata delle due ragazze: “Hier nous sommes passé avec deux françois qui l’avaient piccolo et mou!” “Andiamo nel bungalow.” Aline con Alessio ed Antonello con Ambra dimostrarono subito si essere in sintonia in fatto di sesso, avevano affermato di usare la pillola, Alessio ed Antonello si consultarono se usare o meno il condom, forse le ragazze si sarebbero offese, corsero il rischio ma ne valeva la pena,  in posizione cavalcante erano fantastiche. I due ex seminaristi arrivarono in Paradiso, ma non quello predetto dalle sacre scritture e poi loro due erano dei peccatori! Le due francesi furono rimpiazzate da Aurora e da Martina residenti a  Pizzo Calabro, la specialità della loro città i coni gelati, le due napitane dimostrarono di apprezzare molto anche un altro genere di coni! Casa dolce casa: Pilo e Follì nell’attico di via Marsala a Roma ripresero le ‘penne’ come si dice in gergo, erano veramente spompati ma felici, l’anno prossimo avrebbero cambiato nazione forse la Croazia, anche li in un villaggio di naturisti o nudisti che dir si voglia.