Un Cuckold, Una Sweet, Un Amore Particolare

Alberto non era solito prendere il tram per rientrare a casa dall’Università ma la Cinquecento in riparazione lo aveva costretto ad usare quel mezzo di trasporto per ritornare a casa a Messina, in viale dei Tigli. Il tram stava giungendo ad capolinea vicino alla villa Sabin ma, stranamente una giovin signora se  ne stava in piedi  appoggiata alla maniglia di un sedile.
Alberto, da sempre dedito alle conquiste femminili,  pensò bene di avvicinarsi e, con fare indifferente, andò a sedersi sul sedile dove la dama aveva poggiato le mani. Sguardo indifferente della stessa che seguitò a guardare il panorama sin quando il mezzo di trasporto si fermò ed aprì le porte.
‘Capolinea’ la voce del conducente indusse tutti a scendere. La bionda scese e, lento pede,  si incamminò verso un vicino cancello dove erano situate varie villette. Alberto la pedinò sin quando la stessa entrò in un portone poi riprese la strada per arrivare a casa sua.
La visione di quella femmina di lusso (alla Pittigrilli, non sapete chi è, è uno scrittore a suo modo porno del primo novecento) le era rimasta impressa nella memoria: fronte alta, occhi grigi, naso all’insù come piaceva a lui (le femminucce dai grandi nasi gli sembravano dei travestiti) ed una bocca carnosa che invitava a pensieri...cattivi, maglietta rosa senza reggiseno, le tette deliziosamente piccole si muovevano ad ogni sobbalzo del tram. (Alberto non amava i seni da balia) occhi grigi, vita stretta,  pantaloni aderenti che mettevano in evidenza un bel sedere, altezza quasi quanto la sua che era di un  metro e ottanta, insomma un gran pezzo di…
Nei giorni successivi Alberto pensò molto a quella magnifica visione, sentiva che gli era entrata nel cuore, nel cervello, nel…insomma  se ne era innamorato anche se riteneva ridicolo innamorarsi di una femminuccia vista una sola volta, ma tant’è! Questa infatuazione lo portò a effettuare cose non proprio, come dire, intelligenti come fare un appostamento di ore all’ingresso principale dell’abitazione della cotale, sembrava un quindicenne alla sua prima cotta. La cosa non passò inosservata alla signora che una volta lo notò e lo affrontò: “Non so se debbo essere lusingata o preoccupata la mia domanda è…” “Le rispondo subito, anche se mi ritengo un razionale questa volta sto vivendo una situazione forse ridicola, non sono il solito disturbatore del gentil sesso, il fatto è che lei è la persona che mi ha stregato, voglia scusarmi.” E stava per andar vita quando…”Mi faccia compagnia, sto andando a prendere la mia auto, destinazione centro di Messina per acquisti.” Infatti poco dopo apparve una Jaguar con alla guida madame che con un sorriso lo fece accomodare nel sedile del passeggero.
“Penso che avrà problemi di parcheggio per l’auto, il mio abituale è quello del Cavallotti, lo conosce?” “In verità no, in ogni caso è il benvenuto, non è molto tempo che abito in questa città, sono di parte femminile svedese, i miei, purtroppo sono deceduti in un incidente stradale, son qua con mio marito, forse lei lo avrà sentito nominare, è il chirurgo plastico Giuseppe M…., a proposito mi chiamo  Lucia come tante svedesi.”Un stretta di mano poi, posteggiata l’auto, visita a vari negozi femminili, cosa sempre aborrita da Alberto, i maschietti al seguito di femminucce animate da furor di acquisto lo aveva sempre fatto sorridere, ora... ci era cascato lui!
“Penso di aver finito a far il cavalier servente, vorrei tornare a casa." " L’accompagnerò alla sua, mi indichi la strada.”
Al si fece portare sin nel cortile della sua abitazione, avrebbe voluto invitarla…”Non è il caso, arrivederci.” “Non è il caso di cosa?” “Dica la verità voleva che salissi nel suo appartamento o mi sbaglio?” “Nessuno sbaglio, lei è una maga, vorrei darle del tu e…” “Vorrebbe ben altro mio bel giovane ne pas? Diamoci del tu senza illusioni da parte sua, questo è il numero del mio cellulare, usare con parsimonia.” “Marito geloso? “Assolutamente no, è più svedese di me altro che siciliano!, au revoir.” Una perfetta marcia indietro e Lucia sparì dalla visione di Alberto che lemme lemme salì in ascensore sino al suo piano.
“Ah figlio mio hai una faccia…” “Quella che mi hai fatto tu dolce mammina, ho incontrata una fata.” “Basta che non sia una strega, vieni a tavola, a proposito sa cucinare?”  La signora Rosa era la classica genitrice della maglia di lana e del figlio paffutello. E chi pensa a mangiare pensò Alberto, era senza forze, non vide l’ora di buttarsi sul letto dove lo raggiunse  Mercurio, il suo dio preferito, che lo dileggiò sin quando Morfeo non lo prese fra le sue spire.
Ormai Lucia era diventata per il giovane un pensiero fisso, la immaginava a casa sua a letto che dormiva, il suo risveglio, nuda sotto la doccia e, in campo sessuale, un punto interrogativo. Che voleva dire che suo marito era più svedese di lei, troppi interrogativi, Al si decise a telefonarle, era le otto e mezzo di mattina: “Sono…” non riuscì a finire la frase che: “Ho capito subito che eri tu anzi mi sono meravigliata che non mi hai chiamato prima, desidero andare al mare, ti vengo a prendere con la Jaguar, non desidero mettere piede nella tua bagnarola, sto scherzando, fra un pò mi vedrai spuntare nel cortile.”
“Andiamo al lido di Mortelle, ho affittato una cabina per tutto il mese.”
La Jaguar sembrava volare sulla strada Panaramica dello  Stretto, Lucia guidava fregandosene bellamente del codice stradale e facendo sorpassi uno dietro l’altro.
“Guarda che c’è il limite dei 50 orari, oltre alla contravvenzione potrebbero toglierti punti dalla patente.” “Nessun problema, tutto a carico di Giuseppe.”
Alberto non parlò più per tutto il tragitto, cercava di immaginarsi il costume che avrebbe indossato Lucia e…rimase di stucco quando la signora toltosi il leggero vestito apparve con un costume  brasiliano: un francobollo davanti ed un filo di dietro, una piccola fascia copriva solo il capezzolo. “Non fare quella faccia, mi sembri Pierino nel paese delle meraviglie!” e di slancio corse verso la battigia per poi infilarsi pian piano in acqua.
“Non amo il freddo anche se per metà sono svedese, andiamo al largo, sai nuotare?”
“Come un pesce” e presero a fare a gara chi era più veloce sinché si trovarono abbastanza al largo.
“Vorrei parlarti di un argomento importante, mio marito: è un cuckold termine inglese che indica chi si eccita nel vedere la propria donna  sweet  fare sesso con un altro. Ho avuto questa esperienza per volere di Giuseppe che ha invitato un suo amico che però era non bello, era volgare e soprattutto non ci sapeva fare a letto, una esperienza da dimenticare e così ho preteso da Giuseppe che, pur accontentandolo, avrei io scelto un partner e il cotale sei tu ma non faremo sesso sin quando non saremo a casa mia per ora solo una assaggio orale.
Alberto prese a fare il morto mentre Lucia si dedicò ad una fellatio  sin quando la sua deliziosa bocca fu riempita da una flusso violento e prolungato. 
“Ha un buon sapore, ho avuto mano felice nello sceglierti, ed ora a riva.”
Dopo aver preso il sole per circa due ore ritorno a casa. “Ti telefonerò io per l’appuntamento, ciao mon amour.”
I giorni passavano senza notizie di Lucia, Alberto, dopo i primi attimi di meraviglia, era impaziente e nervoso.
“Figlio mio ti vedo triste, la tua bella ti ha lasciato?”
Poco dopo giunse una telefonata: “Sabato sera alle 18 a casa mia, vieni a piedi.”
il laconico messaggio. I due giorni più lunghi della vita di Alberto; cercava di studiare ma con poco profitto, gli esami all’Università erano imminenti.
Vestito elegante ma sobrio Maurizio si presentò a casa di Lucia mezz’ora prima dell’orario stabilito.
“Sei in anticipo, io e mio marito ci stiamo preparando, vai nel salone e accendi la tv.” Giuseppe era un quarantino moro, altezza media niente di speciale pensò Alberto, sicuramente ricco. Presentazioni: ‘Come sta’ da parte di Al invece del solito ‘piacere’ ,segno di stile da parte sua.
“Sediamoci, abbiamo ordinato la cena in da un ristoratore qui vicino, d’estate fa troppo caldo per cucinare e Lucia…” “Non sa cucinare” pensò Alberto ma quel lato della baby sinceramente gli interessava poco.
La padrona di casa apparve poco dopo: una visione: sotto un vestito elegante e trasparente si intravedevano reggiseno mini e slip pure mini.
“Ho conosciuto mia moglie e Rimini un anno addietro, ero là per un convegno di studio e lei in vacanza con i suoi genitori, inutile dirle che mi ha colpitola sua avvenenza, bene diamoci del tu dato che sappiamo tutti il motivo per il quale sei qui.”
Suono del campanello dell’ingresso: due camerieri con la cena e due bottiglie di un vino bianco siciliano. “Non dico buon appetito, è volgare vero cara?” La cara sembrava fra le nuvole, forse già pregustava l’incontro sessuale mentre Alberto era perplesso per come si sarebbero svolti gli avvenimenti.
“Io e mio marito nel mio bagno, tu nell’altro, appuntamento in camera da letto, march.” Lucia era sorridente.
Alberto fu il primo a prendere possesso del talamo, si coprì col lenzuolo per non far vedere subito il suo coso già in posizione di assalto al solo pensiero di un futuro godereccio.
I due coniugi apparvero abbracciati e si baciarono palesemente per dimostrare il loro affetto reciproco. Chiuse le finestre il locale fu illuminato solo dalla luce di un abat‐jour, atmosfera godereccia!
Lucia prese in mano la situazione, scoprì il corpo di Alberto supino, si fece penetrare in vagina e,vis a vis, prese  a cavalcarlo dolcemente. Giuseppe dinanzi a quello spettacolo si eccitò e si impossessò del culino della consorte prima lentamente poi sempre più velocemente per circa cinque minuti, smise per qualche secondo e poi riprese  sin quando godette una seconda volta e si ritirò in buon ordine lasciando libero il campo alla consorte ed all’amante i quali, vista la situazione, presero a dare sfogo alla voglia repressa da troppo tempo prima con un sessantanove e poi con tutto il repertorio della scienza erotica. Il marito seduto su una poltrona prese a masturbarsi.
“Ammazza che zozzone” pensò Alberto per un istante ma poi riprese ad infilarsi nei pertugi di Lucia la quale dopo un lasso di tempo: “Basta, mi hai distrutto!”
Il sabato era ormai  un appuntamento fisso con la solita coreografia solo che qualche volta Giuseppe si metteva supino e penetrava Lucia davanti e Alberto dietro, quella stanza sprizzava sesso da tutte le parti!
Anche le cose belle hanno una fine. Dopo circa sei mesi Alberto prese delle scuse per evitare il sabato di andare a casa di Lucia la quale non se ne lamentò gran che. Conclusione la baby si era trovato un altro fustaccio per sé e per il per il marito cuckold e Alberto una bella siciliana mora, meno alta dell’amante ma con tette più voluminose, sguardo caliente ed una furia a letto.
Mercurio di congratulò col suo protetto per la fine della storia, troppo impegnativa, e soprattutto per la conquista di una bella fidanzata molto gelosa ma non consapevole delle precedenti gesta del suo Al che, da gentiluomo, tenne per sé la storia.